30-01-2015
Il mirtillo nero utile contro il diabete mellito? Sì, secondo un gruppo di ricercatori britannici che confermano l’azione tradizionalmente attribuita a queste bacche, diffusamente consumate in tutto il pianeta. È la presenza di antocianidine e antocianosidi, polifenoli che presentano un ventaglio di azioni molto interessanti, che sembra contribuire all’efficacia del mirtillo nero nel controllo della glicemia. In questo piccolo studio 8 maschi volontari obesi con diabete mellito o scarsa tolleranza al glucosio che seguivano un programma dietetico, hanno assunto una capsula al giorno di un integratore contenente 0,47 g di Mirtoselect®, estratto secco di mirtillo titolato al 36% in antocianidine, o un placebo, sottoponendosi subito dopo a un test orale di tolleranza al glucosio per 2 settimane. Il procedimento è stato nuovamente condotto invertendo i gruppi dopo 2 settimane di intervallo.
Lo studio ha dimostrato che la somministrazione di antocianidine del mirtillo nero è in grado di ridurre la glicemia postprandiale e l’insulinemia in soggetti con diabete mellito o prediabete. Grazie alle azioni antiossidante e antinfiammatoria, il mirtillo protegge la funzione visiva e il tono venoso. Per quanto riguarda l’ambito oftalmico, il mirtillo nero aiuta a migliorare la degenerazione senile della macula e la visione notturna. Gli studi indicano che le antocianidine del mirtillo aiutano a mantenere l’integrità delle strutture oculari del collagene, riducendo la fuoriuscita di capillari nella retina. Nella clinica hanno mostrato di ridurre i marker dell’infiammazione, fornendo risultati nell’ipertensione oculare. Antocianidine e antocianosidi sono i principi attivi responsabili anche dell’attività sul microcircolo, utile nei disturbi vascolari periferici e nell’insufficienza venosa in grado di diminuire gonfiore e pesantezza degli arti inferiori e i fenomeni cutanei dovuti all’alterazione del microcircolo (capillari).