02-03-2015
Una brutta notizia per chi non riesce a far a meno del latte e pensa che berlo possa essere uno scudo contro lo sviluppo dell’osteoporosi, una condizione di fragilità delle ossa che aumenta il pericolo di fratture: un elevato consumo non è accompagnato da un minor rischio ‘crack’, come si pensava, mentre può essere associato a un più alto tasso di decessi. Ad affermarlo è lo studio dell’Uppsala University (Svezia) pubblicato sul British Medical Journal. La spiegazione è negli elevati livelli di lattosio e di galattosio (due tipologie di zuccheri) presenti nel latte che, come verificato in alcune sperimentazioni sugli animali, aumentano lo stress ossidativo e l’infiammazione cronica. A prendersi la rivincita nello studio, che boccia il latte come alimento che può prevenire l’osteoporosi, sono invece i derivati lattiero-caseari. Questi – secondo la ricerca – sono promossi nell’attività di riduzione del rischio di fratture conseguenza proprio dell’osteoporosi. Il team di ricerca svedese ha esaminato due gruppi di 61.433 donne (di età compresa tra i 39 e i 74 anni tra il 1987 e il 1990) e 45.339 uomini (tra i 45 e i 79 anni nel 1997): i partecipanti hanno risposto ad alcuni questionari sul consumo di 96 comuni alimenti come il latte, lo yogurt e il formaggio. In seguito sono stati raccolti i dati sul peso e l’altezza.
Le donne sono state monitorate in media per 20 anni, durante i quali si sono registrati 15.541 decessi e 17.252 fratture, di cui 4.259 all’anca. Ebbene, in quelle che consumavano molto latte non è stata osservata alcuna riduzione del rischio di ‘crack’ alle ossa. Mente chi beveva più di tre bicchieri di latte al giorno (in media 680 ml) ha avuto un rischio di decesso più elevato rispetto alle donne che ne consumavano meno di un bicchiere di latte al giorno (in media 60 ml). Gli uomini sono stati monitorati per una media di 11 anni, durante i quali ci sono stati 10.112 decessi e 5.066 fratture, con 1.166 casi di ‘crack’ all’anca. Secondo la ricerca, gli uomini golosi di latte hanno fatto registrare un rischio maggiore di morte, anche se questo è stato meno pronunciato rispetto alle donne. “I nostri risultati mettono in dubbio la validità delle raccomandazioni che indicano di consumare elevate quantità di latte per prevenire le fratture da fragilità ossea – scrivono i ricercatori –. I dati dovrebbero, tuttavia, essere interpretati con cautela, dato il disegno osservazionale del nostro studio. Sono inoltre necessari – concludono – ulteriori approfondimenti prima di poter usare le conclusione come raccomandazioni dietetiche per chi è a rischio osteoporosi”.