17-03-2015
Presenza di sostanze potenzialmente cancerogene nei dispositivi medici di plastica. I bambini prematuri sono i più a rischio. Parliamo del Dehp, una sostanza chimica potenzialmente dannosa e cancerogena che fa parte degli ftalati. Questa sostanza sarebbe contenuta in alte quantità nei dispositivi medici di plastica. Il rischio per i bambini nati prematuri riguarda la dipendenza degli strumenti di plastica a cui sono collegati nelle unità di terapia intensiva. Sarebbe dunque opportuno effettuare dei controlli più accurati sui materiali utilizzati per la produzione di dispositivi medici. A mettere in luce il problema è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Perinatology, condotto da Eric Mallow, esperto della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health. Lo studio in questione porta il titolo di "Phthalates and critically ill neonates: device-related exposures and non-endocrine toxic risks".
In Europa il Dehp è stato classificato come sostanza potenzialmente cancerogena, mentre negli Stati Uniti alcune aziende l'hanno messo al bando. Questa sostanza può però risultare presente in molti prodotti, dato che la posizione sugli ftalati non è definitiva. La Francia dal prossimo anno sarà il primo Paese europeo a mettere al bando l'utilizzo di Dehp nella produzione di tubicini e cannule impiegate nelle unità pediatriche, neonatali e di maternità. Al momento i test di laboratorio hanno rilevato che questa sostanza potrebbe essere correlata a difetti riproduttivi e di fertilità, effetti negativi che di solito vengono associati alla categoria degli ftalati. Dal nuovo studio emerge che cannule a contatto con il corpo e tubicini per respirare possono esporre soprattutto i bambini prematuri a quantità di Dehp superiori ai livelli considerati sicuri.
Si teme che gli ftalati possano causare problemi allo sviluppo di polmoni, occhi e cervello, come emerso da studi condotti in laboratorio che dovranno ricevere ulteriori conferme per quanto riguarda l'organismo umano. Gli ftalati si trovano sotto accusa da diversi anni. Gli studi più recenti li hanno messi in correlazione con il rischio di asma per i bambini, se ad essere in contatto con queste sostanze sono le donne in gravidanza, con l'aumento della possibilità di sviluppare il diabete di tipo 2 e con una possibile accelerazione della menopausa. E' il momento che le autorità per la sicurezza in campo medico e le aziende valutino in modo approfondito i rischi legati a questo tipi di sostanze per non mettere in pericolo la salute di bambini prematuri, donne in gravidanza e non solo.
http://www.nature.com/jp/journal/v34/n12/abs/jp2014157a.html