26-03-2015
L’influenza non segue i modelli previsti per le malattie contagiose. Infatti, ci sono parecchi enigmi connessi con le epidemie influenzali, come:
1. Perchè l’influenza è sia stagionale che ubiquitaria, e dove sta il virus fra un’epidemia e l’altra?
2. Perchè le epidemie influenzali sono così esplosive?
3. Perchè le epidemie si concludono così bruscamente?
4. Cosa spiega il frequente coincidente sincronismo delle epidemie in paesi con latitudini simili?
5. Perché in passato le epidemie si sono sparse così velocemente, malgrado la mancanza di trasporto moderno?
Una teoria che guadagna importanza nella comunità scientifica spiega le epidemie di influenza come conseguenza di una malattia dormiente, che diventa attiva in risposta ad una mancanza di vitamina D. Questa teoria risponde a molte delle suddette domande. Una malattia che rimane dormiente fino a quando si riduce l’esposizione alla luce solare che produce vitamina D durante la stagione invernale o una stagione piovosa spiegherebbe una malattia stagionale diffusa con un inizio e declino rapido.
Esiste una prova epidemiologica sempre maggiore che indica che la mancanza di vitamina D è proprio “uno stimolo stagionale”. Prove recenti confermano che le infezioni delle basse vie respiratorie sono a volte drammaticamente più frequenti, nei periodi con bassi livelli di vitamina D. Alcuni ricercatori inoltre hanno trovato che 2.000 UI di vitamina D al giorno hanno abolito il carattere stagionale dell’influenza e ne hanno ridotto drammaticamente la relativa incidenza.
COMMENTO
Con la stagione influenzale in arrivo, bisogna essere informati sul fatto che i livelli di vitamina D svolgono un ruolo diretto rispetto al rischio di sviluppare l’influenza stessa. I livelli di vitamina D ematici si riducono al loro punto più basso durante la stagione influenzale, che coincide generalmente con le stagioni con scarsa luce solare. I livelli sub-ottimali di vitamina D alterano significativamente la risposta immunitaria e rendono molto più suscettibili a sviluppare raffreddore, influenza e altre infezioni respiratorie.
Il Dott. John Cannell e colleghi, con uno studio chiamato Epidemic Influenza and Vitamin D, pubblicato qualche anno fa sul giornale Epidemiology and Infection, ha introdotto l’ipotesi che l’influenza sia soltanto un sintomo da carenza di vitamina D, che aggiunge ancor più peso a questo ultima ricerca pubblicata sul Journal of Virology. Purtroppo, la risposta della medicina convenzionale per impedire l’influenza non è quella di aumentare i livelli di vitamina D, ma piuttosto consigliare, o persino spingere a vaccinarsi. Ciò che non dicono è che il vaccino, nella migliore delle ipotesi non funziona e, nella peggiore, può creare problemi di salute.
Uno studio recente pubblicato su Archives of Pediatric & Adolescent Medicine ha dimostrato che vaccinare i bambini in giovane età contro l’influenza non ha avuto alcun effetto sulle ospedalizzazioni o sugli interventi medici relativi all’influenza durante le due recenti stagioni influenzali. Inoltre, nessuno studio ha dimostrato in modo conclusivo che il vaccino impedisca i decessi da influenza fra gli anziani, sebbene questo sia uno dei gruppi chiave verso cui si spinge la vaccinazione. Tuttavia, malgrado questi risultati, la maggior parte dei medici insistono che i benefici del vaccino superano i rischi per la maggior parte della gente. Non sono per nulla d’accordo. Se realmente si valutassero i benefici trovati da questi studi (nessun beneficio apparente) contro i rischi segnalati (febbre, malessere, influenza da vaccino, reazioni allergiche e sindrome di Guillain-Barré, solo per citarne alcuni), giungereste alla mia stessa conclusione.
Nell’articolo apparso su CBC News descritto sopra, un uomo che ha contratto la sindrome di Guillain-Barré, ed è rimasto paralizzato per quasi cinque mesi dopo la vaccinazione, avverte la gente dei rischi inerenti a questo vaccino ampiamente spinto. La sindrome di Guillain-Barré è una malattia autoimmune che attacca il sistema nervoso, simile alla sclerosi multipla. Il Center for Disease Control stima che le probabilità di sviluppare questa particolare malattia da vaccino influenzale sia di uno su un milione. Tuttavia, in caso di malattia, le conseguenze possono essere gravi. La ricerca dimostra che livelli ottimali di vitamina D proteggono dall’influenza naturalmente.
Negli Stati Uniti, il livello medio di vitamina D in inverno è solo di circa 15-18 ng/ml, che è considerata una condizione carenziale molto seria. Si valuta che oltre il 95 % degli anziani e l’85 % degli individui americani possono esserne carenti. Nessuna meraviglia dunque se l’influenza si ripresenta ogni anno epidemicamente. I ricercatori hanno trovato che 2.000 UI di vitamina D al giorno aboliscono il carattere stagionale dell’influenza!
Bisogna notare che questa dose è ben superiore a quella giornaliera suggerita (RDA) da associazioni come l’American Academy of Pediatrics, che ha annunciato di aver raddoppiato l’RDA della vitamina D per i bambini a 400 UI. Questo livello è ben al di sotto di quello necessario per mantenere i bambini in buona salute, particolarmente durante la stagione influenzale. Per impedire l’influenza, i bambini hanno bisogno di 2.000 UI di vitamina D al giorno, mentre gli adulti necessitano fra le 4.000 - 5.000 UI al giorno.
http://www.virologyj.com/content/5/1/29
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18298852