26-03-2015
Un farmaco progettato per abbassare i livelli di colesterolo è stato collegato ad un rischio aumentato di cancro. I dati ottenuti da un trial ha dimostrato come “la maggior parte” dei pazienti curati con il farmaco Inegy è morta di cancro. Inegy unisce la simvastatina, statina ampiamente usata, con un nuovo farmaco denominato ezetimibe. L’ezetimibe funziona in modo diverso dalle statine. Le statine bloccano il colesterolo prodotto nel fegato, mentre l’ezetimibe blocca l’assorbimento del colesterolo nell’intestino.
COMMENTO
Già nel 2004, il Government’s National Cholesterol Education Program degli Stati Uniti raccomandava per coloro a rischio di malattie cardiocircolatorie, di ridurre il loro colesterolo (cattivo) LDL a livelli molto bassi. Da allora è stato un disastro per la salute. Prima del 2004, un livello di colesterolo LDL di 130 milligrammi era considerato sano. La guida di riferimento aggiornata, tuttavia, suggeriva livelli minori di 100, o persino minori di 70 per pazienti a rischio molto elevato. Questa guida di riferimento aggiornata ha immediatamente aumentato il mercato dei farmaci ipocolesterolemizzanti. Non sorprendentemente, otto dei nove medici della commissione che ha approvato questa guida di riferimento assurdamente bassa ricevevano soldi dalle aziende produttrici dei farmaci ipocolesterolemizzanti. Ora, per ottenere questi pericolosi bassi livelli solitamente è necessaria una prescrizione multipla, come l’Inegy, che unisce due farmaci ipocolesterolemizzanti in uno.
Le Statine possono realmente aumentare il rischio cardiocircolatorio perché esauriscono le riserve corporee di coenzima Q10 (CoQ10), che può condurre a scompenso cardiaco. Inoltre sono state collegate a:
• stanchezza;
• dolori muscolari;
• aumento del rischio di cancro;
• soppressione del sistema immunitario;
• degenerazione grave del tessuto muscolare (rabdomiolisi);
• aumento potenziale degli enzimi epatici.
Le statine sono collegate ad un rischio aumentato di cancro da più di una decade. Fin dal 2000 ci sono numerose segnalazioni che le statine sono collegate ad un aumento di rischio di sviluppare cancro. Infatti la ricerca aveva indicato che, oltre ad abbassare i livelli di colesterolo nocivo, i farmaci erano in grado anche di promuovere lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi). E, anche se questo effetto può contribuire ad impedire gli attacchi cardiaci e altre forme di malattie cardiocircolatorie, può avere la potenzialità di promuovere il cancro aumentando lo sviluppo dei vasi sanguigni nei tumori. Inoltre, sempre allora, prove su campioni di cellule umane e di coniglio, dimostravano che la simvastatina (Zocor) sembrava attivare una via con cui le cellule comunicano, con un’azione molto simile a quella di un fattore naturale di crescita. Ma il collegamento statine-cancro era stato discusso anche prima. Una rassegna pubblicata sul prestigioso Journal of the American Medical Association nel 1996 dichiarava che: Tutti i tipi delle due classi più popolari di farmaci per ridurre i lipidi (i fibrati e le statine) causano il cancro nei roditori, in alcuni casi a livelli di esposizione per animali simili a quelli prescritti per gli esseri umani.
Le prove cliniche a lungo termine e la sorveglianza post-vendita attenta durante le prossime decadi saranno necessarie per determinare se i farmaci ipocolesterolemizzanti causino il cancro negli esseri umani. Nel frattempo, i risultati degli esperimenti su animali ed esseri umani indicano che i trattamenti con ipocolesterolemizzanti, particolarmente coi fibrati e le statine, dovrebbero essere evitati tranne nei pazienti ad alto rischio a breve termine di malattia coronarica.