30-03-2015
Negli Stati Uniti il tasso di nuovi casi di diabete è aumentato di circa il 90 per cento nell’arco di una decade. L’incidenza della malattia deriva dai tassi crescenti di obesità e dallo stile di vita sempre più sedentario. Gli esperti del diabete hanno detto che questi risultati mostrano che non c’è fine all’epidemia di diabete. Dal 1995 al 1997, i nuovi casi di diabete annualmente erano del 4.8 per 1.000. Fra il 2005 e 2007, il numero è aumentato al 9.1 per 1.000. La forma più comune di diabete, il diabete tipo 2, è collegata molto strettamente all’obesità ed aumenta sempre più in quanto sempre più gente diventa obesa. Il 90/95 per cento di nuovi casi sono di diabete tipo 2. L’American Diabetes Association ha detto che 24 milioni di bambini e adulti americani, circa l’8 per cento della popolazione, hanno il diabete.
COMMENTO
Questi tristi dati dimostrano quanto la medicina convenzionale stia sbagliando a porsi nei confronti del diabete tipo 2, che è virtualmente reversibile ed evitabile al 100 per cento. L’insuccesso deriva dal fatto che le raccomandazioni standard, sia in termini di farmaco che nutrizione, sono errate. Se una malattia aumenta del 90 per cento in meno di vent’anni, quanto meno si dovrebbe fare una revisione urgente dei protocolli di trattamento correnti di riferimento. Tuttavia, la maggior parte dei medici, e certamente la maggior parte dei funzionari di sanità pubblica, neppure prendono in considerazione la possibilità che i loro consigli stiano conducendo la gente fuori strada. Il concetto errato alla base dell’approccio medico convenzionale è che il diabete è una malattia dello zucchero ematico. Sì, nei diabetici lo zucchero ematico è elevato ma questo è solo un sintomo del vero problema ed un tentativo del corpo di mantenere le cose in equilibrio.
Il VERO problema nel diabete è l’insulina e più specificamente la resistenza insulinica, associata ad un signaling difettoso della leptina. Quando lo zucchero ematico diventa elevato, è un segnale affinchè l’insulina sia liberata per dirigere l’energia supplementare nei magazzini corporei. Un piccolo quantitativo è immagazzinato come amido sotto forma di glicogeno, ma la maggioranza è immagazzinata come grasso. Quindi, in questo caso il ruolo principale dell’insulina non è di abbassare lo zucchero nel sangue, ma di prendere l’energia in esubero e memorizzarla per futuri periodi di bisogno. L’insulina abbassa la glicemia come effetto secondario di scorta dell’energia supplementare.
Ecco perchè i trattamenti per il diabete che si focalizzano solo sull’abbassamento della glicemia aumentando contemporaneamente i livelli di insulina possono realmente peggiorare piuttosto che migliorare il vero problema di mal comunicazione metabolica. La maggior parte dei trattamenti per il diabete tipo 2 comportano l’uso di farmaci che aumentano l’insulina e abbassano la glicemia (ciò viene fatto moltiplicando le cellule adipose ad un tasso più veloce), ma contemporaneamente contribuiscono alle complicanze e alla ridotta durata della vita connesse con la malattia. In poche parole, i trattamenti non funzionano perché non stanno curando la resistenza insulinica e la resistenza leptinica, che sono il vero problema risultato della mal comunicazione metabolica. Recenti ricerche rivelano che i due organi più importanti che determineranno lo sviluppo o meno del diabete tipo 2 sono il fegato ed il cervello. La leptina è prodotto dal tessuto adiposo ed in gran parte influenza, se non controlla, le funzioni dell’ipotalamo nel cervello, inclusa:
- Riproduzione.
- Funzione della tiroide.
- Funzione surrenalica.
- Sistema nervoso simpatico.
La leptina inoltre dice al corpo:
• Quanta energia ha a disposizione e se ne ha bisogno di più (segnalando “senso di fame”).
• Se c’è troppa energia (bloccando il “senso di fame”).
• Cosa fare con l’energia già presente (riprodurre le cellule o focalizzarsi sulla riparazione cellulare).
Fegato e cervello sono in grado di sentire questi segnali provenienti dalla leptina e sentirli correttamente, in modo da mantenere un equilibrio metabolico ideale. Tuttavia, in caso di resistenza leptinica, il messaggio che ridurrebbe la fame e le riserve corporee adipose e l’aumento di combustione del grasso stesso, non è percepito dal cervello, rimanendo affamati ed immagazzinando più grasso, piuttosto che bruciarlo.