01-05-2015
Mani che tremano e forbici pesantissime: all’emozionato papà non spetta altro che tagliare, rigorosamente quando lo dice l’ostetrica, il cordone ombelicale del neonato. Un momento intenso ed emozionante che segna biologicamente il distacco definitivo dalla placenta della madre. Come e quando effettuare il taglio è oggetto di continua discussione da parte di neonatologi e ostetriche. Nel cordone sono infatti presenti ancora molte cellule staminali che fluiscono all’interno del bambino. Rompere questo flusso il più tardi possibile sembrerebbe essere di grande aiuto per la salute del bambino nei giorni immediatamente successivi al parto. Ad affermarlo è uno studio apparso sulla prestigiosa rivista Pediatrics.
Per arrivare al risultato i medici dell’Università di Granada (Spagna) hanno monitorato i livelli di stress ossidativo di un gruppo di neonati. Per fare ciò sono stati analizzati dei campioni di sangue alla ricerca di alcune particolari molecole associate all’infiammazione. I piccoli sono stati divisi in due gruppi: nel primo il cordone ombelicale è stato tagliato appena i neonati sono stati posti sul petto delle madri; nel secondo l’attesa si è protratta per due minuti. Dalle analisi è emerso che i bambini a cui è stato rimosso tardi il cordone possedevano una maggior capacità antiossidante e un minor grado di infiammazione rispetto all’altro gruppo. Come spiega il professor Julio José Ochoa Herrera, autore della ricerca, «il nostro studio mette in luce l’importanza del rimandare il taglio del cordone ombelicale. Dalle analisi emerge chiaramente che ritardando il taglio i bambini sono in grado di rispondere meglio allo stress dovuto al travaglio. Un dato importante che potrebbe essere associato ad un miglior sviluppo nei giorni immediatamente successivi la nascita».