03-05-2015
Portare i tacchi alti aumenta le possibilità di insorgenza dell'artrite. Lo dice una ricerca della Stanford University pubblicata sul Journal of Orthopaedic Research. Secondo i ricercatori, camminare con i tacchi alti circa 7 centimetri può alterare l'andatura in una maniera simile a quella riscontrata nelle persone affette da artrite. Una scoperta che potrebbe spiegare il motivo per cui l'artrite è più frequente nelle donne che negli uomini. La forma più comune di artrite è l'artrosi, provocata dall'usura della cartilagine. Dallo studio di un campione di 14 donne, i ricercatori hanno scoperto che i tacchi modificavano sostanzialmente l'andatura delle volontarie che, se in sovrappeso, soffrivano maggiormente del fenomeno. “Molti dei cambiamenti osservati con l'aumentare dell'altezza del tallone e il peso sono stati simili a quelli osservati con l'invecchiamento e la progressione dell'osteoartrite. Questo suggerisce che l'utilizzo dei tacchi alti, specialmente con un peso alto, possono contribuire ad aumentare il rischio artrosi nelle donne", hanno spiegato i ricercatori.
Anche un'altra ricerca conferma la pericolosità dei tacchi a spillo. Uno studio condotto in collaborazione fra Manchester Metropolitan University e Università di Vienna punta il dito contro uno degli accessori preferiti dalle donne di tutto il mondo, sostenendo che indossare tacchi alti per periodi di tempo prolungati possa causare un accorciamento delle fibre muscolari e un ispessimento del tendine d'Achille. La ricerca, firmata dal prof. Marco Narici e dal dottorando Robert Csapo, è stata pubblicata sul Journal of Experimental Biology e ha analizzato 80 donne fra i 20 e i 50 anni che indossavano abitualmente tacchi alti almeno cinque centimetri. Le volontarie sono state sottoposte a una serie di accertamenti, fra cui risonanze magnetiche ed esami agli ultrasuoni, gli stessi test utilizzati per verificare le condizioni di un secondo gruppo di donne che aveva dichiarato di non indossare i tacchi a spillo, ma scarpe basse. Mettendo a confronto i dati emersi, i ricercatori hanno potuto stabilire nelle donne che indossavano abitualmente i tacchi una riduzione del 13 per cento delle fibre muscolari del polpaccio e un ispessimento del tendine di Achille.
Nelle parole del prof. Narici, si intuisce il meccanismo fisico che porta le donne a lamentarsi spesso per i dolori ai piedi e alle gambe: “il tendine cerca di compensare l’accorciamento delle fibre muscolari del polpaccio, consentendo alle amanti dei tacchi di camminare in maniera ottimale, ma provocando loro, però, del disagio. Disagio che si acutizza quando indossano le scarpe basse perché, così ispessito, non riesce ad allungarsi a sufficienza”. Inoltre, questo di tipo di calzatura aumenta in modo esponenziale, i rischi di soffrire del doloroso neuroma di Civinini-Morton, che prende il nome dai medici che lo scoprirono nell'Ottocento: Filippo Civinini, Thomas e Dudley Morton. Questa sindrome comporta l'aumento di volume di un nervo sensitivo interdigitale, normalmente quello passante per il terzo spazio intermetatarsale, causato da uno stimolo irritativo cronico di natura meccanica. Questo stimolo meccanico, derivante dall'uso di tacchi alti, provoca la crescita di tessuto cicatriziale fibroso intorno al nervo stesso, prima della sua biforcazione alla radice delle dita. La sindrome di Civinini-Morton provoca dolore intenso sotto la pianta del piede, che poi si irradia fra le dita e si acuisce col movimento del piede: questa patologia è classificabile tra le neuropatie degenerative su base meccanica ed è indotta dall'uso eccessivo di scarpe non adatte al normale funzionamento dei nostri piedi, come accade con i tacchi a spillo. Il consiglio dei medici è quindi di non utilizzare in maniera esclusiva le scarpe con i tacchi alti, ma al contrario di usare prevalentemente quelle più basse e comode, lasciando le prime per serate le particolari, scongiurando così dolori e danni fisici gravi.