03-05-2015
Semplici sbalzi di umore o comuni momenti di tristezza vengono talvolta spacciati come sintomi depressivi, anche quando di depressione non si tratta. Secondo un recente studio pubblicato sul British Medical Journal, i casi di depressione veri e propri sono molto meno di quelli curati e diagnosticati. Gordon Parker, dell´Università del New South Wales, in Australia, ha indagato nell’arco di 15 anni su 242 insegnanti. Tre quarti di loro rispondevano ai criteri con cui si definisce la depressione: in alcuni momenti della loro vita si sentivano tristi, giù di morale, melanconici. “Ma questi non sono i sintomi di una reale depressione clinica che necessita di cure mediche”, ha spiegato Parker. Negli ultimi 30 anni, secondo le sue osservazioni, i casi di depressione sono aumentati notevolmente perché i suoi sintomi si sono estesi anche nel campo dei normali stati d´animo della tristezza. “Ciò porta a una erronea prescrizione di medicinali, che non hanno effetti, illudendo i pazienti di poter essere più felici”.
Oggi almeno un adulto su cinque si ritiene depresso. L´Inghilterra ha raggiunto il record di più di 31 milioni di prescrizioni per antidepressivi, con una crescita del 6% negli ultimi due anni. Secondo un’altra corrente di pensiero, il numero crescente di diagnosi di depressione sarebbe positivo perché avrebbe ridotto i casi di suicidio e di malattie mentali, in quanto è meglio curare una depressione presunta, prima che diventi reale. Ma l’ipotesi che Parker ha avanzato nel suo studio è che dietro l’aumento delle prescrizioni di antidepressivi possano esserci in realtà interessi di marketing farmaceutico.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1949440/
http://www.telegraph.co.uk/news/uknews/1560566/Doctors-diagnose-too-many-with-depression.html