07-05-2015
I dati lasciano poco spazio alle interpretazioni: oltre il 10% delle persone che assumono regolarmente aspirina per prevenire ictus e attacchi cardiaci in realtà non ne avrebbero bisogno. Non solo, i rischi correlati supererebbero i benefici. Ad affermarlo è il Journal of the American College of Cardiology, l’organo ufficiale della più importante associazione di cardiologi statunitensi. L’acido acetilsalicilico, più comunemente noto con il nome di “aspirina”, è stato e continua ad essere un farmaco rivoluzionario. Agendo su alcuni particolari enzimi riesce ad evitare la formazione dei coaguli di sangue che spesso sono la causa di infarti ed ictus. Non solo, più recentemente - grazie alla scoperta della relazione tra infiammazione e cancro - l’aspirina viene utilizzata come molecola in grado di prevenire la formazione di alcuni tumori. Attenzione però a non scordare gli effetti collaterali. Se da un lato l’aspirina impedisce la formazione di trombi, dall’altro - rendendo il sangue più fluido - espone le persone ad un maggiore rischio di emorragie. In particolare le più pericolose sono quelle che avvengono a livello cerebrale. Ecco perché è necessario stabilire con precisione chi sono le persone che possono e devono assumerla. In tal senso le linee guida dei cardiologi statunitensi sono chiare: persone che hanno avuto un ictus o un attacco cardiaco sono i candidati ideali ad assumere l’acido acetilsalicilico. Non solo, l’assunzione è estesa anche, in chiave preventiva, a tutte quelle persone che nel giro di 10 anni potrebbero incorrere in un evento cardiovascolare compreso in un range di possibilità che va dal 6 al 10%.
Le indicazioni, pur essendo molto chiare, smentiscono però la realtà. Analizzando quasi 70 mila persone, uno degli studi più ampi mai realizzati in materia, i ricercatori statunitensi del Baylor College of Medicine di Houston hanno scoperto che ben 8 mila di queste, pari a circa il 12%, assume aspirina pur non avendone necessità. Un numero notevole frutto anche del mancato controllo da parte dei cardiologi. Per i pazienti fare di testa propria è facile poiché l’aspirina è un farmaco venduto liberamente senza prescrizione medica. Secondo gli autori dello studio l’assunzione della molecola, pur restando una straordinaria arma in chiave preventiva, dovrebbe avvenire in maniera più controllata. La classe medica è avvisata.
http://content.onlinejacc.org/article.aspx?articleid=2089094