03-06-2015
Bere latte a bassa percentuale di grassi o senza grassi può aumentare nell’uomo il rischio di cancro prostatico, mentre l’assunzione di vitamina D e calcio sembra avere poca o nessuna correlazione, secondo due nuovi studi. Il primo, che ha valutato oltre 82.000 uomini fra i 45 e 72 anni, ha dimostrato che, durante un periodo di otto anni di follow up, nè il calcio nè la vitamina D da qualsiasi fonte hanno aumentato il rischio di cancro della prostata. Tuttavia, ulteriori analisi dei ricercatori dell’University of Hawaii sui gruppi alimentari e sul consumo di latticini hanno trovato che bere latte a bassa percentuale di grassi o senza grassi ha aumentato il rischio di tumori localizzati o di tumori non-aggressivi, mentre il latte intero ha fatto diminuire questo rischio.
Un secondo studio dei ricercatori del National Cancer Institute at the National Institutes of Health ha studiato il rapporto fra calcio e vitamina D e cancro della prostata in quasi 300.000 uomini. Dopo un periodo di sei anni di follow up, il latte scremato è stato collegato al cancro avanzato della prostata, mentre il calcio da alimento non caseario è stato collegato ad un rischio ridotto di cancro non-avanzato della prostata. I latticini sono stati a lungo collegati al cancro prostatico e la teoria più popolare sul perchè di questa correlazione è perché il calcio, a livelli elevati, può alterare la funzione dell’enzima che converte la vitamina D nella sua forma attiva 1.25 diidrossivitamina D. Così, nel tempo, consumando troppo calcio, si potrebbe realmente depletare l’organismo di vitamina D ad azione antitumorale. La prova che i latticini pastorizzati contribuiscono al cancro della prostata è ragionevolmente notevole. Per esempio:
• A livello mondiale, gli uomini sembrano molto più predisposti al cancro prostatico nei paesi in cui il consumo di latticini è elevato.
• In uno studio durato dieci anni su quasi 21.000 medici maschi, coloro che consumavano almeno 2.5 porzioni di latticini al giorno avevano un 30 per cento di probabilità in più di sviluppare cancro della prostata rispetto ai medici che consumavano meno della metà delle porzioni.
Se siete dei sostenitori della medicina naturale probabilmente vi state domandando quale tipo di latte sia stato preso in considerazione nello studio, in quanto c’è una notevole differenza fra latte grezzo e pastorizzato. Mi piacerebbe conoscere l’effetto del latte non pastorizzato sul rischio di cancro prostatico e ritengo che sarebbe preventivo. Il latte intero ed il latte pastorizzato sono due alimenti completamente differenti, con il primo promotore di salute. Uno studio del Dott. Loren Cordain ha citato 25 pubblicazioni che evidenziavano come l’aumento del tasso di cancro bevendo latte pastorizzato fosse dovuto alla betacellulina, un fattore di sviluppo trovato nella frazione del siero del latte. Quando passa nel tratto digestivo dell’adulto intatta, la betacellulina viene in contatto con recettori e la circolazione che stimola lo sviluppo di cellule cancerogene nel corpo.
Il fattore che rende il latte crudo una scelta più sana in termini di protezione da cancro è la presenza di acido linoleico coniugato (CLA). Il CLA blocca l’effetto cancerogeno della betacellulina e ha impedito il cancro in vari studi di laboratorio, specialmente se associato con grassi saturi. In ogni caso, l’assunzione di latte crudo dipende dalla tipologia genetico-sanguigna. Per alcune persone il latte crudo è ideale, mentre per altri no.