06-06-2015
Non siate timidi. La regolarità intestinale è uno delle più grandi preoccupazioni di ognuno. Il disagio che si prova a causa della stitichezza o dell'indisposizione affligge molti. Studi, ricerche, tecniche di rilassatezza, alimentazione: sono tante gli stratagemmi messi a punto dagli esperti per aiutare a far pace con il proprio intestino. Ma secondo Giulia Enders, dottoranda in biologia medica e autrice del libro "Charming Bowels" (bestseller in Germania), il problema risiederebbe nel fatto che l'abbiamo sempre "fatta nel modo sbagliato". Come racconta Annalisa Barbieri su The Guardian, che si è appassionata alla lettura del testo, pare che il modo migliore per evitare la costipazione interna sia mettersi in posizione di "squat". In altre parole, sedersi sulla tavolozza del water non aiuterebbe l'evacuazione, bensì il tenersi sollevati sulle gambe, come fanno gli animali, sarebbe il modo ideale. Questo perché il meccanismo di chiusura dell'intestino non è progettato per "aprire lo sportello completamente" quando siamo seduti: è come un tubo piegato. Lo squat è molto più naturale e mette meno pressione sul nostro fondoschiena.
Enders dice: "1,2 miliardi di persone nel mondo che utilizzano lo squat hanno meno probabilità di soffrire di diverticoli e meno problemi di emorroidi. Noi in Occidente, d'altra parte, spremiamo il nostro tessuto intestinale fino a che non esce dalle nostre parti inferiori". Ma se lo squat non è un sistema agevole e non riuscite a rinunciare alla seduta, c'è uno stratagemma: basta appoggiare i piedi su uno sgabello e piegare la schiena in avanti. Un altro dei "segreti" svelati dalla biologa tedesca riguarda la presenza di due sfinteri: quello esterno, che tutti conosciamo, e uno interno che è gestito inconsciamente. Quest'ultimo è una sorta di sensore interno in grado di capire se è il momento o no di aprirsi: se sei in ufficio, ad esempio, non si sente al sicuro e fa sì che non ci sia rilassatezza abbastanza per potersi aprire. Non ascoltarlo a lungo e ritrarsi spesso, tuttavia, è nocivo per la salute e può far insorgere problemi di stitichezza. Ma non solo. Un ruolo fondamentale nella regolarità lo riveste la flora batterica: il nostro intestino, che comprende i due terzi del nostro sistema immunitario, ne è pieno. I nostri batteri combattono, sono coinvolti nello sviluppo del gruppo sanguigno, digeriscono il cibo, producono energia, sono coinvolti nella produzione di ormoni e possono influenzare il nostro umore. Questa connessione intestino-cervello è un'area nuova della medicina. "Vi è un crescente interesse per la flora intestinale connessa a problemi di salute", conferma il dottor Ayesha Akbar, consulente gastroenterologo all'ospedale di San Marco a Londra. "C'è un enorme numero di batteri intestinali, che, in materia di salute, mantengono un equilibrio. Uno squilibrio è stato collegato a molti disturbi cronici, tra cui la malattia infiammatoria intestinale e l'obesità. Ci sono evidenze che possa essere collegato anche a disturbi psichiatrici o d'umore".
L'interesse della Enders per l'argomento nasce da un'esperienza personale. Racconta la giornalista del Guardian: "Ha incontrato un uomo a una festa il cui respiro era il peggiore che avesse mai annusato". Il giorno dopo il ragazzo si è ucciso. "Il suo intestino malato ha potuto influenzare il suo stato psicologico e mentale", si è chiesta la biologa e si è risposta che probabilmente sì, anche se ammette che i disturbi della depressione sono multifattoriali e non sempre connessi con l'intestino. Oltre a trattare problemi importanti, nel libro ci sono molte perle divertenti. Ad esempio: sapevate che la nostra saliva contiene un antidolorifico più potente della morfina: l'opiorfina? Ne possediamo solo in piccole quantità, in modo da non essere sempre "fuori di testa". Mangiare, però, ne rilascia di più della sostanza chimica e Enders si chiede se questo possa essere uno dei fattori che fa sì che ci piaccia mangiare. E ancora. L'appendice - che molti credono di nessuna utilità - è in realtà una vera e propria dispensa dei migliori batteri più utili per l'intestino. Il libro, tradotto in italiano, si intitola L'intestino felice.