10-06-2015
Secondo una ricerca condotta in Inghilterra, bere acqua potabile con aggiunta di fluoro aumenterebbe notevolmente il rischio di sviluppare ipotiroidismo. L’ipotiroidismo è uno dei disturbi che interessa la tiroide, la ghiandola situata alla base del collo, che si occupa di produrre particolari ormoni importanti per molte delle funzioni del nostro organismo. I sintomi sono abbastanza chiari: la bassa funzionalità della tiroide genera stanchezza, aumento di peso, stipsi, dolore, pelle secca, diradamento dei capelli. Secondo uno studio condotto in Inghilterra, il fluoro aggiunto all’acqua potabile risulterebbe associato a una più alta incidenza (ben il 30% in più) di ipotiroidismo diagnosticato. L’articolo è stato pubblicato sul Journal of Epidemiology e Community Health. Lo studio è stato condotto da Steven Peckham dell’University of Kent. Nello studio, i ricercatori hanno esaminato i livelli di fluoro nella fornitura di acqua potabile in Inghilterra. Circa il 20% della popolazione inglese vive in aree dove c’è acqua che, naturalmente o artificialmente, contiene circa 1 milligrammo di fluoro per litro. Gli esiti delle indagini hanno portato a supporre che nelle aree con livelli superiori a 0,3 mg per litro di fluoro, il tasso di casi di ipotiroidismo fossero superiori alla norma del 30%. Una notizia che è stata accolta male, soprattutto negli Stati Uniti, dove questa sostanza viene aggiunta in circa il 75% delle risorse idriche comunali, per prevenire la carie, e dove il limite raccomandato di fluoro nell’acqua è di 0,7 mg/l, circa due volte in più di quello raccomandato in Inghilterra. Ma non sarebbe l’unico problema. Il fluoro, in grandi quantità, è una sostanza pericolosa per la salute umana. Grazie a uno studio di revisione condotto nel marzo del 2014, questa sostanza è stata inserita all’interno della lista delle sostanze sostanze neurotossiche pericolose per il cervello nel periodo dello sviluppo.
I risultati di quest’ultima ricerca condotta dall’Università del Kent non fanno altro che completare un quadro di riferimento che mette in dubbio l’utilizzo di questo supplemento. I dati hanno spinto i ricercatori a chiedere una revisione della politica sanitaria pubblica inglese, che attualmente favorisce la fluorizzazione dell’acqua per proteggere la salute dei denti dei cittadini. Il principale vantaggio attribuito al fluoro è quello di contribuire a ridurre il rischio di carie. Una cosa che ha portato le industrie di mercato ad aggiungerlo in molte marche di dentifricio e, in alcune zone, alla rete idrica. Anche se l’efficacia e sicurezza di questo supplemento non sarebbero poi così sicuri. Eppure non tutti sono d’accordo con gli esiti della ricerca condotta da Peckham. Sembra, infatti, che la Sanità pubblica inglese abbia respinto lo studio, aggiungendo che “decenni di ricerca ci dicono che la fluorizzazione dell’acqua è una misura sicura ed efficace per la salute pubblica, e non mostra alcuna associazione con una funzione tiroidea ridotta“. La comunità scientifica e l’opinione pubblica appaiono divise sui rischi e i vantaggi dell’uso di questa sostanza, eppure, sono molti i Paesi che stanno rimuovendo il fluoro dall’acqua potabile. In Europa la pratica della fluorizzazione, ad esempio, è cessata nel 97% dei Paesi che ne fanno parte.
http://jech.bmj.com/content/early/2015/02/09/jech-2014-204971.abstract
http://www.huffingtonpost.com/2014/02/14/chemicals-brain-development_n_4790229.html
http://www.thelancet.com/journals/laneur/article/PIIS1474-4422(13)70278-3/abstract