05-08-2015
Incredibile scoperta scientifica portata alla luce da una ricerca condotta dall’ospedale San Camillo di Venezia e dal Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Sheffield (Inghilterra), pubblicata sulla rivista “Brain Research Bullettin”. Il gruppo sanguigno di un individuo, secondo i ricercatori, può influire sul rischio di contrarre il morbo di Alzheimer. I test sono stati condotti su 189 volontari, adulti e sani, e hanno dimostrato come il gruppo sanguigno possa influire sullo sviluppo del sistema nervoso centrale. I ricercatori, dopo aver sottoposto i pazienti ad una risonanza magnetica strutturale, hanno calcolato i volumi di sostanza grigia dell’encefalo: i soggetti con gruppo sanguigno A, B o AB avevano volumi inferiori di sostanza grigia nelle regioni temporali e limbiche, tra cui l’ippocampo sinistro, una delle prime regioni del cervello a soffrire i danni della malattia di Alzheimer.
Considerata la naturale riduzioni della sostanza grigia per l’invecchiamento, i ricercatori sottolineano come “questo svantaggio biologico possa rendere più esposti al declino cognitivo”. “Lo studio sembra suggerire che le persone con gruppo sanguigno 0 siano più protette contro le malattie nelle quali si osserva la perdita di volume cerebrale temporale e mediotemporale, come accade ad esempio nella malattia di Alzheimer”, spiega Annalena Venneri, direttrice scientifica dell’IRCCS Ospedale San Camillo di Venezia e coautrice dello studio. “Molto probabilmente – prosegue - il gruppo sanguigno influisce sullo sviluppo del sistema nervoso centrale, ma ora dobbiamo capire perché e come questo accade”.
http://neurosciencenews.com/blood-type-cognitive-decline-2087/
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http://www.worldhealth.net/news/blood-type-linked-cognitive-status/