16-09-2015
Le mille proprietà di questa bevanda di origine orientale, e ormai ampiamente diffusa anche in Occidente, sono - o dovrebbero essere - più che conosciute: antietà, depurativo, disintossicante. A fronte di tutti questi vantaggi per la salute, tuttavia, si scopre ora che il tè verde porta con sé anche una controindicazione non da poco per l'organismo: un'interazione con i farmaci antipertensivi, in particolare con un principio attivo chiamato nadololo. Lo hanno scoperto i ricercatori giapponesi autori di un piccolo studio sull'uomo pubblicato sulla rivista scientifica "Clinical Pharmacology & Therapeutics". I test su 10 volontari hanno mostrato che l'efficacia del medicinale è ridotta in chi assumeva tè verde in concomitanza con il farmaco. Un meccanismo confermato anche da studi di laboratorio. Dunque i ricercatori sottolineano l'importanza di tener conto di questa interazione. Come per altri medicinali, il foglietto illustrativo che accompagna il nadololo avverte che alcuni farmaci, tra cui i rimedi a base di erbe, possono interagire con l'azione dell'antipertensivo. Ebbene, tra questi occorrerebbe inserire anche il tè verde. Secondo gli scienziati, un paio di tazze di questa bevanda sarebbero sufficienti per ottenere l'effetto messo in luce dalla ricerca.