02-10-2015
Qualche tempo fa il Journal of the National Cancer Institute ha pubblicato uno studio a lungo termine, condotto dall'Università di Toronto su 40.000 donne di età compresa tra i 50 e i 59 anni, in cui si afferma che l'esame mammografico annuale non risulta più efficace nella prevenzione del tumore alla mammella, di una semplice visita medica. Metà delle 40.000 donne furono sottoposte solo a regolare visita medica e l'altra metà a visita medica e mammografia. Tredici anni dopo i risultati sono stati questi: 610 casi di tumore mammario e 105 decessi per tumore mammario nelle donne che si erano sottoposte alla sola visita medica e 107 decessi e 622 casi di tumore nelle donne che erano state sottoposte a regolare mammografia e visita medica. Lo studio quindi contesta il fatto che la mammografia sia in grado di identificare un tumore con maggiore anticipo rispetto a una regolare visita medica. Ma non basta, già qualche anno fa la rivista The Lancet ha pubblicato un articolo in cui si affermava che da quando era stato introdotto l'esame mammografico, nel 1983, il carcinoma dei dotti era aumentato del 328 per cento e che il 200 per cento di questi casi era dovuto all'uso del test mammografico. Si affermava inoltre che da quando era stato introdotto questo test, l'incidenza del tumore alla mammella nelle donne sotto i 40 anni di età era aumentato del 3.000 per cento.
Come se questi dati non bastassero, parecchie ricerche affermano che i risultati delle mammografie sono spesso errati: la rivista Archives of Internal Medicine ha pubblicato i risultati di un'indagine condotta su 79 mammografie, la cui diagnosi è stata verificata da biopsia o da intervento chirurgico: nel 21 per cento dei casi la presenza di tumore non è stata diagnosticata mentre nel 10 per cento dei casi è stato diagnosticato un tumore che non c'era e nel 42 per cento dei casi è stata diagnosticata come cancerogena una semplice lesione benigna. La rivista affermava inoltre che troppo spesso a seguito della mammografia, vengono eseguite biopsie inutili, dispendiose e dolorose per le donne che vi sono sottoposte, senza contare un altissimo fattore di ansia e di stress. Secondo il Merck Manual, per ogni caso di tumore alla mammella effettivamente diagnosticato, da 5 a 10 donne vengono sottoposte a biopsia; questo significa che, statisticamente parlando, una donna che effettui una mammografia annuale per un periodo di 10 anni, ha una probabilità del 50 per cento di doversi, prima o poi, sottoporre a una biopsia anche senza aver mai sviluppato alcun tumore. La rivista Alternative Medicine sostiene che l'industria mammografica ammonta, negli Stati Uniti, a un giro di affari di circa 8 miliardi di dollari l'anno e che la pressione esercitata sul seno nel corso dell'esame combinata con le radiazioni ionizzanti, potrebbe causare la dispersione nei tessuti delle cellule maligne o addirittura provocare la mutazione delle cellule. Esiste un'alternativa? Secondo medici esperti, un'alternativa realmente efficace ma ancora poco utilizzata è la Termografia: l'esame Termografico, affermano i ricercatori, può realmente identificare un tumore al suo primo apparire con molta più sicurezza e con anni di anticipo rispetto sia alla mammografia, che all'esame medico.