12-11-2015
Considerando l’attacco vergognoso verificatosi le scorse settimane nei confronti della libera scelta terapeutica che è un sacrosanto diritto, ho deciso di fare un articolo speciale sui vaccini. Mi sembra che ormai il potere economico delle multinazionali del farmaco vada al di là della legalità e penso che si debba anche chiudere la bocca ai lacchè del potere altrimenti ci troveremo in balia di una dittatura. Penso che, prima di iniziare una campagna mediatica a favore di qualsiasi cosa, sia necessario, specialmente da parte di una stampa libera, sentire e rendere visibili tutte le campane. Quanto si sta vedendo in questo periodo suona quanto meno strano: una campagna così a favore delle vaccinazioni è quanto meno dubbia. Forse l’industria farmaceutica non raccoglie più la quantità di denaro facile grazie a questo settore?
Prima di rendere obbligatorio (e questa non è libertà considerando che anche la Costituzione afferma l’opposto) qualsiasi protocollo terapeutico medico, bisognerebbe valutare sui due piatti della bilancia due parametri fondamentali: l’efficacia e la sicurezza del trattamento per il corpo umano. Considerando la prassi vaccinica, bisogna tenere ben presenti in termini di efficacia e sicurezza i seguenti punti:
• Prove scientifiche sostengono la validità delle immunizzazioni. Preservano da malattie infettive, alcune meglio di altre, ma questo punto non è mai stato discusso.
• L’evidenza scientifica non sostiene la sicurezza delle immunizzazioni.
• Gli studi sulla sicurezza dei vaccini sono limitati solo a periodi brevi (alcuni giorni o settimane). Non esiste uno studio su effetti a lunga scadenza.
• Esiste una limitata evidenza scientifica, ma in forte crescita, di effetti collaterali a lungo termine che necessiterebbe studi più approfonditi.
• Persino la casa farmaceutica Merck, che produce il Gardasil (vaccino contro l’HPV) afferma che l’efficacia del vaccino raggiunge il 44%, quindi la cosiddetta efficacia dei vaccini è bassa ma questo, come al solito, è di secondaria importanza.
Nell’agosto del 1999 e aprile 2000, al Congresso Americano a Washington sono girate voci insistenti sulla sicurezza dei vaccini. Dan Burton, Presidente dell’U.S. House Government Reform Committee ha preso in considerazione queste voci. Nell’ottobre 1999 si è tenuta una conferenza sull’autismo a Cherry Hill (New Jersey), sponsorizzata dall’Autism Research Institute di San Diego (California), con la partecipazione di più di 1.000 persone la cui grande maggioranza era formata da genitori di bambini autistici. Quando fu chiesto alla platea se riteneva esserci una relazione fra autismo e vaccini, la maggior parte di essa si alzò in piedi in senso affermativo.
Da una prospettiva storica è importante tenere a mente che, nel primo periodo delle vaccinazioni, esistevano pochi vaccini e somministrati in tempi differenti. Sembra inoltre che proprio in quel periodo i vaccini ottenessero i loro risultati migliori con l’eradicazione del vaiolo nel mondo e l’eradicazione della polio dall’emisfero occidentale con l’ultimo caso di polio verificatosi nel 1979. Oggi la gente crede che la vaccinazione di massa contro il vaiolo sia la responsabile dell’eradicazione della malattia nel mondo. Non è così, per il semplice motivo che i programmi di vaccinazione di massa non sono stati eseguiti in molte aree. In alcune nazioni del terzo mondo, solo il 10% della popolazione era stata immunizzata favorendo, per motivi economici, più una politica di quarantena dei villaggi infetti. Se una vaccinazione limitata associata alla quarantena è risultata efficace contro il vaiolo, ciò pone la domanda sulla necessità di vaccinazioni di massa anche per le altre malattie, considerando gli effetti collaterali negativi. Tra gli altri successi dei vaccini, annoveriamo l’insorgenza di soli 100 casi di morbillo negli USA nel 1998, di cui la maggioranza erano importati.
I fautori delle vaccinazioni vorrebbero far credere che i vaccini siano stati i responsabili del controllo di tutte le passate forme epidemiche di malattie mortali negli USA. Con l’eccezione dei casi precedentemente descritti, i fatti non confermano ciò. In accordo con le registrazioni della Metropolitan Life Insurance Company, dal 1911 al 1935 le quattro cause principali di morte infantile da malattie infettive negli USA erano:
• Difterite.
• Pertosse.
• Scarlattina.
• Morbillo.
Tuttavia entro il 1945, i casi mortali di tutte queste patologie, erano calati del 95% prima della realizzazione dei programmi di vaccinazione di massa. Altre fonti statistiche confermano questo fenomeno. Secondo un rapporto edito su “Morbidity and Mortalità Weekly Report” 30 luglio 1999, i fattori più importanti per il controllo delle malattie infettive nel secolo scorso sono stati:
• Sanità.
• Qualità dell’acqua.
• Igiene.
• Introduzione degli antibiotici.
Un altro fattore che normalmente viene trascurato, è che la virulenza dei microrganismi tende ad indebolirsi o attenuarsi nel tempo e passando da ospite ad ospite. Un esempio di ciò è la pertosse, che ora è chiaramente una malattia più leggera rispetto a quella di 100 anni fa. Nella pubblicazione di Vera Scheibner, “Vaccination, 100 years of orthodox research shows that vaccine represent a medical assault on the immune system”, l’autrice esamina l’esperienza svedese per la pertosse ed il vaccino. Nel 1979 la Svezia ha bandito il vaccino anti-pertosse a causa di una ricaduta della malattia in bambini totalmente vaccinati e per via degli effetti collaterali, fra cui danno cerebrale, ritenuti del tutto inaccettabili. Nonostante questo divieto, attivo tutt’oggi, la mortalità infantile in Svezia per pertosse non è maggiore rispetto a quella di popolazioni interamente vaccinate (3 casi mortali dal 1987 al 1991 rispetto ai 4 del Galles del sud e Australia nello stesso periodo). In ogni caso bisogna ricordare che la pertosse rimane sempre una malattia seria in molte nazioni del terzo mondo arrecando una morbilità e mortalità significativa dovuta a fattori che includono scarsa igiene e mancanza di strutture sanitarie adeguate. Spesso sono “popolazioni vergini” in cui la pertosse è un’infezione relativamente giovane e quindi con assenza di immunità naturale presente invece nelle nazioni progredite.
LA SICUREZZA DEI VACCINI NON E’ PROVATA
Bisogna sottolineare che oggi i bambini, almeno negli Stati Uniti, ricevono da 22 a 35 vaccini prima dell’età scolare, mentre la maggior parte degli anziani di oggi ne ha ricevuti solo due, quello contro il vaiolo e la polio. Alcuni vaccini contengono mercurio, una neurotossina ben conosciuta. Con la crescente consapevolezza pubblica sulle potenziali reazioni negative da metalli tossici e da materiale immunologico estraneo sul sistema immunitario immaturo dei bambini, è ragionevole chiedersi cosa si sa di queste reazioni. Una piccola ma crescente minoranza di medici e scienziati sta diventando sempre più consapevole che i test di innocuità per i vari vaccini usati sinora sono dolorosamente inadeguati. Prendiamo uno di numerosi esempi. Nel 1994, un comitato speciale del “National Academy of Science (Institute of Medicine), ha pubblicato una recensione completa sulla innocuità del vaccino dell’epatite B. Quando il comitato, responsabile per controllare la sicurezza dei vaccini con mandato del Congresso Americano, ha approfondito l’indagine su cinque possibili e plausibili tipi di effetti collaterali negativi, non è stato in grado di giungere a un risultato per quattro di essi a causa della mancanza completa di dati scientifici al riguardo: non era mai stata fatta alcuna ricerca inerente alla sicurezza. Inoltre fu scoperto che esistevano gravi mancanze e limitazioni sia nella conoscenza che nelle infrastrutture necessarie a studiare gli effetti collaterali dei vaccini.
Dei 76 effetti collaterali negativi dei vaccini, esaminati dall’IOM, per 50 (66%) erano inadeguate le prove scientifiche addotte per dimostrare la causalità dell’evento. Lo IOM notò anche che “se la ricerca non verrà migliorata, le future indagini sull’innocuità dei vaccini partiranno handicappate allo stesso modo”. L’implicazione chiara di questo rapporto è che gli effetti collaterali dei vaccini potrebbero verificarsi su vasta scala senza tuttavia essere riconosciuti in riferimento alla loro vera natura. In sostegno a questa dichiarazione, si prendono ad esempio due studi all’avanguardia, pubblicati uno nel 1955 e uno nel 1984, entrambi lancianti grida d’allarme sui potenziali effetti collaterali dei vaccini.
Uno degli studi più affascinanti della vecchia letteratura medica inerenti al vaccino della pertosse, è quello di A. L. Basso (Chicago 1955), che fece un elettroencefalogramma su 83 bambini prima e dopo la somministrazione del vaccino anti-pertosse. In due dei soggetti, l’EEG divenne patologico dopo il vaccino senza nessun altro sintomo di reazioni abnormi. Nel suo rapporto egli commentava: ”questo studio mostra che possono verificarsi reazioni cerebrali da leggere a gravi nei soggetti in aggiunta ai cambiamenti neurologici molto gravi riferiti”.
Un altro studio effettuato in Germania, fu pubblicato sul NEJM nel 1984. Lo studio evidenziava una caduta provvisoria ma significativa dei linfociti T-helper in adulti sani dopo vaccinazioni routinarie contro il tetano. Una particolare preoccupazione deriva dal fatto che in quattro individui, la caduta dei linfociti era paragonabile a quella riscontrata nei malati di AIDS. Diversi anni fa, il governo degli Stati Uniti ha reso noto che i vaccini infantili hanno contribuito con certezza, ai sintomi dell’autismo in Hannah Poling di 9 anni. L’affermazione senza precedenti è stata data in risposta ad uno di tre casi test che dichiaravano che l’autismo era stato causato dal thimerosal, conservante vaccino contenente mercurio. In accordo col caso, la bambina era in buona salute e con sviluppo normale fino alla visita dei 18 mesi, dove ha ricevuto vaccinazioni per nove malattie, con due vaccini contenenti thimerosal. Nell’arco di 48 ore dalle somministrazioni, Hannah diventa malata, rifiutandosi di camminare e non dormendo la notte. Entro tre mesi, ha cominciato a mostrare i segni dell’autismo. Secondo la U.S. Division of Vaccine Injury Compensation, i vaccini “hanno aggravato significativamente un disordine mitocondriale sottostante” e hanno provocato un disordine del cervello “con le caratteristiche di disordine di spettro autistico”. Anche se i funzionari federali continuano a dire che non c’è collegamento fra autismo e vaccini, questa concessione dice il contrario. L’U.S. Department of Health and Human Services ha stabilito che la famiglia di Hannah fosse autorizzata a compensazione da un fondo monetario federale per danni da vaccino per un importo ancora da determinare. Ci sono attualmente 4.900 casi di autismo in discussione alla Federal “Vaccine Court”.
Ma perché bisogna vaccinare? Forse per i 30 bilioni di dollari annuali solo negli Stati Uniti, che entrano nelle tasche delle multinazionali farmaceutiche? Ebbene, bisogna sapere che gli esseri umani sono stati programmati per venire a contatto con microrganismi patogeni attraverso la bocca e conseguente apparato digerente. L’intestino contiene i 2/3 di tutti il nostro sistema immunitario. In particolare, quando la mucosa intestinale viene a contatto con qualche patogeno stimola la produzione di anticorpi chiamati IgA secretori che, praticamente marchiano l’intruso che, una volta penetrato nel corpo, viene così facilmente riconosciuto e distrutto. Allora qualcuno dovrebbe spiegarmi perché i vaccini sono iniettati direttamente nella corrente sanguigna bypassando questa fase difensiva. Il nostro corpo non è stato programmato per essere attaccato in questo modo!
Ma non è tutto. Oltre a contenere di tutto e di più (cellule embrionali umane fetali, residui di proteine dall’uovo ecc.), i vaccini devono essere addizionati con i cosiddetti coadiuvanti altrimenti non ci sarebbe alcuna reazione immunitaria e non si potrebbe dimostrare l’efficacia del vaccino. Prima il mercurio, che dopo lotte durate decenni finalmente è stato tolto, ora alluminio e squalene. E’ inutile ricordare che esiste un’enorme letteratura inerente agli effetti neurotossici dell’alluminio che è connesso al morbo di Alzheimer. Lo squalene è già presente nel nostro corpo, principalmente nel tessuto nervoso, ma, anche in questo caso, siamo stati programmati per assumerlo attraverso l’alimentazione. L’olio d’oliva ne è ricco. Assunto per iniezione è in grado di dar luogo a numerose reazioni di tipo autoimmune. Da quando è stato aggiunto ai vaccini sono in grossa crescita patologie come la sindrome di Guillan-Barrè, la sindrome da stanchezza cronica ecc.
Bene, per concludere anche se forse un libro non sarebbe sufficiente, se i medici utilizzati per l’articolo, sono così sicuri della validità e sicurezza dei vaccini, a parte chiedere scusa per aver detto che i medici che non prescrivono i vaccini dovrebbero essere rieducati, proporrei, oltre all’obbligatorietà delle vaccinazioni, di rendere obbligatoria la loro responsabilità, e delle case farmaceutiche, per qualsiasi effetto collaterale intervenuto per questa prassi inutile.