14-11-2015
Se una sigaretta in mano a una donna incinta era già da tempo considerata un attentato alla salute del piccolo in arrivo, ora si scopre che anche quelle fumate dal padre possono compromettere la crescita e la salute del feto. Non si tratta però soltanto di fumo passivo. I padri che al momento del concepimento erano fumatori possono trasmettere un DNA danneggiato, innalzando la possibilità che i figli sviluppino malattie anche gravi, come il cancro. La teoria è stata esposta da alcuni ricercatori della University of Bradford, nel Regno Unito, che hanno evidenziato come alcuni marker che segnalano i danni al DNA contenuto nello sperma o nel sangue paterno sono riconoscibili anche nel DNA del figlio.
Diana Anderson, autrice dello studio pubblicato sul Faseb Journal, spiega: “tramite dei biomarker molto sensibili siamo stati in grado di determinare il ruolo dell'esposizione al fumo nei padri prima, dopo e durante il concepimento. Esiste una correlazione evidente tra biomarker del danno da fumo nei padri e danni al DNA dei figli. Anche se questo studio non ha trovato un diretto collegamento, sembra abbastanza evidente che lo stile di vita del padre abbia una grande influenza sulla salute genetica del figlio".