26-11-2015
E' ormai evidente che stanno iniziando le grandi manovre delle multinazionali, della biotecnologia e della bioingegneria per l'ingresso, controllato, vigilato e garantito, dagli stessi produttori degli alimenti contenenti composti geneticamente modificati. E' naturale che considerati gli ingenti investimenti fatti, le risorse impiegate, le industrie proprietarie delle tecnologie e dei prodotti desiderino il rientro dei capitali utilizzati e prospettino guadagni commisurati alla complessità dei processi che hanno portato alla produzione di questi cloni migliorativi di quanto la natura, se lasciata fare, è assolutamente in grado di replicare senza alcun brevetto. Quello che risulta un pò contraddittorio è che esistono, già in natura, alimenti-integratori che potrebbero essere inseriti nell'alimentazione delle popolazioni dei paesi del terzo mondo, molto economici, efficaci e coltivabili in maniera semplice ed efficiente proprio nei paesi in via di sviluppo. Basti pensare alle lenticchie e a tutte le leguminacee. Il fatto però che siano assenti prove sperimentali certe sull'uomo che garantiscano da effetti collaterali vari e che si giustifichi l'utilizzo degli OGM, anche per la loro possibilità di risolvere i problemi di nutrizione e malnutrizione del mondo, non può lasciarci indifferenti. Sono profondamente convinto che il progresso non vada fermato per pregiudizio, ma che debba essere riconosciuto per tale quando effettivamente lo è!
Mi risulta veramente difficile digerire che alimenti creati e brevettati con esclusività dalle grandi industrie, siano stati creati per essere regalati ai paesi in via di sviluppo. E ancor di più mi riesce difficile digerire che invece madre natura, quando assecondata, rispettata, compresa e utilizzata col criterio dell'equilibrio e del rispetto per la vita, non possa più provvedere, come peraltro ha fatto finora, a sfamare e proteggere dalle malattie l'uomo. Probabilmente questa cattiva digestione è un effetto collaterale del copyright legato agli OGM!