07-12-2015
Nel I secolo d.C. Dioscoride, medico e botanico greco, compilò un repertorio che comprendeva tutti i rimedi offerti dalla natura, descrivendo con speciale attenzione circa 600 piante medicinali. L'opera, ampliata dai suoi discepoli fino a raggiungere i sei volumi, è conosciuta con il titolo " Della materia medica" o semplicemente "Il Dioscoride" e, per più di 1700 anni, servì come libro di testo fondamentale per tutti i medici dell'Occidente; la sua diffusione fu tale che sembra sia stata superata solo dalla Bibbia. Era un ricettario o un vademecum prezioso come opera di consultazione per individuare piante e rimedi utili per qualsiasi malattia. Fu tradotto ripetutamente in latino e in italiano e si diffuse ampiamente in tutta Europa. In Italia Pierandrea Mattioli, medico e naturalista senese, scrisse nel 1544 i "Commentari a Dioscoride", in cui classificò tutte le piante allora note secondo le loro proprietà medicinali. La chimica intanto progredì, nacque la farmacologia e, così, a partire dal XVIII secolo, i medici sostituirono poco a poco le loro ricette a base di piante, ispirate al Dioscoride, con prescrizioni a base di prodotti chimici estratti dalle piante stesse.
- Nel 1803 un farmacista tedesco, F.W. Serturner, isolò un alcaloide dall'oppio del papavero e lo chiamò morfina, da Morfeo, il Dio greco del sonno.
- Nel 1817 fu isolato il principio attivo dell'ipecacuana, l'emetina.
- Alla metà del XIX secolo il chimico tedesco Hoffmann ottenne l'aspirina, partendo dalla corteccia del salice.
- Nel 1920 i farmacisti francesi Pelletier e Caventou scoprirono la chinina, analizzando l'albero della china.
Una volta scoperti e isolati i principi attivi delle piante, si pensò di sostituirli alle vecchie ricette: infatti le sostanze pure erano più potenti, più facili da dosare e la loro somministrazione sotto forma di capsule, compresse o altro, era più comoda. I successi della chimica farmaceutica fecero così dimenticare in breve tempo i rimedi naturali, cioè le piante medicinali così come si trovano in natura e perfino i loro estratti e preparati.
Ma l'euforia del successo della chimica farmaceutica non è durata a lungo: contrariamente a quello che si pensava in un primo momento, per esempio, i sempre più potenti antibiotici sintetici non sono stati capaci di debellare completamente le malattie infettive. E' vero che grazie a essi sono state salvate moltissime vite, ma è altrettanto vero che sono cresciute enormemente le resistenze batteriche e virali, le allergie e altre conseguenze indesiderate. I potenti corticosteroidi e i farmaci antinfiammatori possono risolvere malattie acute, ma spesso sono inefficaci in quelle croniche come, per esempio, le malattie reumatiche, i disturbi digestivi e alcuni degli effetti collaterali direttamente connessi ai medesimi farmaci.