13-12-2015
È l'incubo di molti bambini, che spesso passano buona parte dell'inverno attaccati alla rumorosa macchinetta dell'aerosol. Del tutto inutilmente, secondo la pediatra Susanna Esposito, infettivologa presso l'Università degli Studi di Milano. L'aerosol, infatti, serve soltanto in caso di bronchiolite, di broncospasmo e di asma bronchiale. In caso di semplice raffreddore, invece, l'aerosol non serve a nulla, al contrario rischia di complicare la situazione per la sua tendenza a seccare le mucose e quindi a predisporle all'attecchimento dei germi. Ciononostante, l'aerosol viene prescritto molto frequentemente dai pediatri italiani, spesso perché sotto pressione. I genitori infatti preferiscono avere comunque un'indicazione terapeutica anche se il raffreddore è il classico disturbo che si cura semplicemente con il tempo e la pazienza.
La soluzione migliore è quella dei lavaggi nasali con soluzione fisiologica, che andrebbero fatti di routine nei mesi freddi, quando la colonizzazione batterica è frequente, soprattutto nei bambini che vanno all'asilo. L'aerosol non ha senso neanche in caso di bronchite catarrale. I dati indicano infatti che non riduce i giorni di malattia né ha una qualche efficacia nel liberare i bronchi più rapidamente dalle secrezioni respiratorie. Per quanto riguarda i farmaci che di solito vengono prescritti con l'aerosol, i mucolitici non hanno dimostrato di essere efficaci, mentre solo alcuni cortisonici sembrano in grado di ridurre la broncostruzione. I medicinali broncodilatatori, inoltre, andrebbero somministrati solo dopo i due anni di età, perché possono in alcuni casi causare tachicardia e agitazione.