IL LETALE INGANNO DEL DIABETE.

12-04-2014

Questo articolo vi farà arrabbiare, gli inganni non fanno piacere, soprattutto quando sono preposti a tenerci ammalati a scopo di lucro, pur essendoci la cura. In questo articolo informazioni su cosa è il diffusissimo diabete di tipo 2, quali patologie da origine, la sua storia nascosta al pubblico e soprattutto la cura che lo guarisce con il 100% di successi e con la guarigione dalle patologie indotte da tale malattia. L’articolo è un po’ lungo, ma vale la pena di leggerlo, dopodichè diffondete questa conoscenza in quanto utilissima. Se siete un diabetico il vostro medico non vi dirà mai che è curabile nella maggior parte dei casi, se solo nominate la parola cura probabilmente si irriterà, in quanto la sua preparazione medica contempla solo la parola trattamento, per lui la parola cura non esiste. Il diabete nella sua forma epidemica moderna è curabile da almeno 40 anni. Nel 2001 negli USA sono morti 934.550 per sintomi fuori controllo di tale malattia. Il vostro medico inoltre non vi dirà che un tempo gli infarti, sia ischemici che emorragici, i colpi apoplettici dovuti a neuropatie, gli eventi coronarici sia ischemici che emorragici, obesità, arteriosclerosi, alta pressione, alti livelli di colesterolo e trigliceridi, impotenza, la retinopatia, l’insufficienza renale ed epatica, la sindrome policistica ovarico, alti livelli sanguigni di zucchero, la candidosi sistemica, un compromesso metabolismo dei carboidrati e/o dei grassi, difficoltà di cicatrizzazione, neuropatie periferiche, nonché altrettanti disordini epidemici dei giorni nostri, venivano spesso considerati niente altro che sintomi del diabete, e curati curando il diabete di tipo 2. Se vi ammalate di diabete e vi affidate al trattamento medico tradizionale prima o poi con il peggioramento della malattia sperimenterete uno o più dei suoi sintomi. Attualmente è prassi comune fare riferimento a tali sintomatologie come fossero affezioni indipendenti e separabili, a cui corrispondono trattamenti separati e non collegati tra di loro, somministrati da specialisti in concorrenza fra di loro. E’ vero che molti di questi sintomi possono derivare, come talvolta capita, da altre cause, ad ogni modo è altrettanto vero che tale aspetto è stato impiegato per giustificare inefficaci e costosi trattamenti dei sintomi in questione. Il diabete di tipo 2 è curabile, una volta terminato di leggere il presente articolo ve ne sarete resi conto. Attualmente l’industria del diabete rappresenta una cospicua comunità, che nel corso degli anni è riuscita a mettere a tacere in modo esemplare le voci contrastanti che cercano di evidenziare la frode che sta alla base della moderna cura della malattia che è diventata quasi una religione e che dipende fortemente dalla fede dei suoi credenti tale da rendere quasi blasfema la sola ipotesi che l’affabile medico, nella maggioranza dei casi è solo un ciarlatano e un truffatore, nella maggior parte dei casi costui non ha mai curato un solo caso di diabete in tutta la sua carriera. L’influenza politica e finanziaria di questa comunità medica ha sovvertito la realtà delle cose e domina l’intero settore controllando virtualmente in tutto e per tutto ogni documento pubblicato sull’argomento diabete. Se mai le persone verranno a conoscenza della cura del diabete che esiste da 40 anni, l’intero settore crolla, ma è pura utopia il pensarlo. Da oltre 40 anni la ricerca medica dimostra coerentemente e con sempre maggiore chiarezza che il diabete è una malattia degenerativa provocata direttamente da forniture alimentari industriali improntate al profitto piuttosto che alla salute.

BREVE STORIA DEL DIABETE

Nel 1922 i tre premi Nobel canadesi, Banting, Best e Macleod riuscirono a salvare la vita ad una giovane con una iniezione di insulina, un nuovo farmaco prodigio. Fu solo nel 1933 che in un documento pubblicato nell’America journal of medical Science, cominciarono ad emergere notizie relative ad una nuova forma di diabete che non reagiva al nuovo farmaco prodigio e ancora peggio a volte la terapia con insulina causava la morte del paziente. Questa nuova malattia divenne nota come “diabete resistente all’insulina” , in quanto presentava l’elevato tasso di zucchero tipico del diabete, ma reagiva scarsamente alla terapia insulinica. Negli USA agli inizi del 900 aveva un’incidenza pro capite pari allo 0,0028%, nel 1933 si impenno del 1.000%, sino a diventare negli anni 90 un’affezione sotto vari pseudonimi tale da rovinare la salute di oltre la metà della popolazione statunitense inabilitandone il 20%. E’ evidente che c’è qualcosa che ha provocato tale impennata della patologia.
Nel 1950 la comunità medica, dopo alcuni test, rivelarono che questa nuova malattia non era il classico diabete, ma era caratterizzata da livelli di insulina sufficienti, spesso eccessivi, il problema era che l’insulina non riduceva il tasso di zucchero nel sangue. Se le intuizioni dietetiche dei precedenti 20 anni e sino agli anni 60 fossero state prese in considerazione, il diabete sarebbe stato curabile e non semplicemente controllabile. Invece nel 1950 è iniziata la ricerca di un altro farmaco prodigioso. Questo farmaco come tutti i farmaci doveva essere brevettabile, ovvero non una medicina naturale, in quanto queste non sono brevettabili e molto remunerativo. Sarebbero state necessarie approvazioni obbligatorie da parte delle autorità sanitarie. I test richiesti per tali autorizzazioni dovevano essere straordinariamente costosi per evitare che altri farmaci non autorizzati (naturali) diventassero competitivi. Questa è l’origine del classico protocollo medico relativo al “trattamento dei sintomi”, nessuno guarisce, solo liberazione temporanea dei sintomi. Inoltre i farmaci naturali che effettivamente curavano il diabete (e altre malattie), avrebbero dovuto essere tolti dalla circolazione, incarcerando i loro propugnatori in quanto ciarlatani. Spesso le sostanze naturali hanno realmente curato la malattia, e questo è il motivo per cui si è fatto e si fa tuttora ricorso alla forza della legge per estromettere dal mercato farmaci naturali, spesso superiori.
Molte malattie degenerative possono essere ricondotte ad un consistente collasso del sistema endocrino, fenomeno ben noto ai medici degli anni 30 come diabete insulino-resistente. Questo fondamentale disturbo è conosciuto come un disordine del sistema di controllo dello zucchero sanguigno determinato da grassi e oli malamente lavorati. Grassi e oli non sono tutti uguali. Alcuni sono sani e salutari, molti altri sono dannosi. Sotto il profilo della salute la distinzione non riguarda quelli saturi e quelli insaturi, come erroneamente vuole fare credere l’industria che li produce. Nell’ambito della salute la distinzione va fatta tra naturale e manipolato.

LA NATURA DELLA MALATTIA

Il diabete viene tipicamente diagnosticato come l’incapacità dell’organismo di metabolizzare adeguatamente i carboidrati, il suo sintomo distintivo è un elevato livello di glucosio nel sangue. Il diabete di tipo 1 deriva da un’insufficiente produzione di insulina da parte del pancreas, mentre il diabete di tipo 2 da insulina inefficace. In entrambi i tipi il livello di glucosio nel sangue resta elevato. L’insulina inefficace non differisce da quella efficace, la sua inefficacia si riferisce all’incapacità della popolazione cellulare di reagire ad essa. Oggi data la maggiore conoscenza di questi processi sembrerebbe più appropriato definire il diabete di tipo 2 in quanto fondamentale incapacità dell’organismo di metabolizzare grassi e oli, incapacità che determina una perdita di efficacia dell’insulina e il conseguente mancato metabolismo dei carboidrati. Ogni cellula si trova nell’incapacità di trasportare il glucosio dal sangue al proprio interno, il glucosio quindi rimane nel sangue, oppure si accumula come grasso corporeo o glicogeno, oppure viene espulso dalle urine. Sembra che quando l’insulina si lega ad un recettore della membrana cellulare esso dia inizio ad una complessa cascata di reazioni biochimiche all’interno della cellula, ciò fa sì che trasportatori del glucosio di una certa classe, noti come molecole GLUT4, abbandonino la propria area di sosta entro la cellula e si trasferiscono nella superficie interna della membrana cellulare del plasmocita. Una volta nella membrana, questi migrano verso specifiche aree della membrana stessa denominate domini caveolari dove in virtù di un’altra serie di reazioni biochimiche, individuano e agganciano molecole di glucosio, che poi trasportano all’interno della cellula tramite un processo chiamato endocitosi. All’interno della cellula questo glucosio viene quindi consumato dai mitocondri come carburante per produrre energia destinata ad alimentare l’attività cellulare, così questi trasportatori GLUT4 abbassano il glucosio nel flusso sanguigno trasportandolo all’esterno di quest’ultimo e dentro tutte le cellule dell’organismo. Molte molecole implicate in questi percorsi mediati da glucosio sono lipidi, vale a dire acidi grassi, in particolare omega 3. Quando a causa del nostro regime alimentare questi acidi grassi cis sono costantemente assenti, acidi trans e acidi grassi saturi a catena media e breve prendono il loro posto nella membrana cellulare; tali sostituzioni rendono la membrana più rigida ed inibiscono il meccanismo di trasporto del glucosio, e come conseguenza il glucosio nel flusso sanguigno resta elevato. In altre parti dell’organismo il pancreas secerne insulina in eccesso, il fegato produce grassi dallo zucchero in eccesso, non vi è sufficiente energia cellulare per l’attività dell’organismo e l’intero sistema endocrino risulta alterato, infine si verifica un’insufficienza pancreatica, il peso corporeo cala molto e la crisi precipita.

TRATTAMENTO MEDICO CONVENZIONALE

Il moderno trattamento medico ortodosso prevede la somministrazione di agenti ipoglicemici orali che rientrano in 5 classificazioni o insulina.
Biguanidi, inibitori della glucosidase, meglitinidi, sulfoniluree, tiazolidinetdioni. Alcuni stimolano la produzione di insulina, ampiamente ignorando il fatto che un elevato livello di insulina sia dannoso quasi quanto un elevato livello di glucosio, altri sono famosi per provocare il cancro al fegato.

INSULINA

Oggi si prescrive l’insulina per entrambi i tipi di diabete tipo 1 e tipo 2. L’insulina sostituisce quella che l’organismo non produce più. Questo trattamento per quanto necessario per preservare la vita ai diabetici di tipo 1 , è tuttavia assai discutibile quando somministrato ai diabetici di tipo 2. E’ importante sottolineare che né l’insulina né alcuno di questi agenti ipoglicemici orali esercita alcuna azione terapeutica su qualsivoglia tipo di diabete. Nessuna di queste strategie è progettata per normalizzare l’assorbimento cellulare di glucosio da parte delle cellule che ne abbisognano per alimentare la propria attività. La prognosi con questo trattamento ortodosso è crescente invalidità e morte prematura, determinate da infarto o insufficienza renale, oppure dal collasso di qualche altro organo vitale.

DIABETE DI TIPO 1: TERAPIE ALTERNATIVE

Per tale patologia è ora disponibile una metodologia di cura alternativa, elaborata nei moderni ospedali di Madras in India, già sottoposta a rigorosi studi a doppio cieco per attestarne l’efficacia, essa verte sul ripristino della normale funzione delle cellule beta del pancreas, di modo che tale organo sia nuovamente in grado di produrre insulina così come dovrebbe. Questo approccio si è apparentemente dimostrato capace di curare il diabete di tipo 1 in oltre il 60% dei soggetti. Per le ragioni economiche esaminate questa metodologia ha scarse probabilità di fare la sua comparsa in occidente, in quanto curando definitivamente mina i lucrosi affari dell’industria del diabete.

TERAPIE MEDICHE ALTERNATIVE CHE FUNZIONANO E GUARISCONO IL DIABETE DI TIPO 2


Lo scopo di qualsiasi efficace programma alternativo è quello di riparare e ripristinare il meccanismo di controllo sangue-zucchero proprio dell’organismo, è il suo funzionamento compromesso che con il tempo determina direttamente tutti i numerosi sintomi debilitanti, che rendono il trattamento ortodosso così economicamente redditizio. Per quanto riguarda il diabete di tipo 2, le fasi in programma sono.

1. Riparare il sistema di controllo sangue-zucchero compromesso.

Ciò viene realizzato semplicemente sostituendo grassi ed oli sani, salutari e puri al mix trans-isomero (olio di semi) dall’aspetto puro ma in realtà tossico, presente in allettanti contenitori colorati sugli scaffali dei supermercati. Consumare solo olio di lino, olio di pesce ed occasionalmente olio di fegato di merluzzo, sino a quando lo zucchero sanguigno non inizia a stabilizzarsi; dopodichè aggiungere oli sani come: burro, olio di cocco, olio di oliva, e grassi animali puri. Leggere le etichette e rifiutarsi di assumere economici oli di scarsa qualità quando sono presenti negli alimenti lavorati o nei menù dei ristoranti. I diabetici presentano una carenza cronica di minerali, quindi è necessario che aggiungano alla propria dieta integratori minerali ad ampio spettro e di buona qualità.

2. Controllare manualmente il rapporto sangue-zucchero durante il ciclo di recupero.

Sotto supervisione medica, interrompere gradualmente l’assunzione di tutti gli agenti ipoglicemici orali e di tutti i farmaci supplementari somministrati per contrastare gli effetti collaterali. Sviluppare un controllo naturale del sangue-zucchero tramite l’impiego di comprese glicemiche, il consumo di pasti leggeri e frequenti (comprendenti alimenti ricchi di fibre), regolare esercizio fisico dopo i pasti, la totale astensione da tutti gli zuccheri. Evitare il consumo di alcol sino a quando lo zucchero sanguigno non sia rientrato stabilmente nei parametri normali. Registrare i valori tramite un misuratore di glucosio ad ago, annotare su un diario medico tutto quello che si fa.

3. Ripristinare un adeguato equilibrio di grassi ed oli salutari allorquando il meccanismo di controllo sangue-zucchero funziona nuovamente.

Eliminare in modo permanente dalla dieta tutti i grassi e oli economici, tossici e di scarsa qualità, nonché gli alimenti lavorati e i piatti dei ristoranti che li contengono. Quando il meccanismo di controllo del sangue-zucchero riprende a funzionare correttamente, integrare gradualmente la dieta con ulteriori alimenti sani. Controllare gli effetti di questi ultimi monitorando i livelli di zucchero sanguigno con l’apposito attrezzo ad ago. Ricordarsi di registrare tutto.

4. Continuare il programma sino a quando non siano ripristinati anche i valori normali dell’insulina.

Una volta che i livelli di zucchero saranno rientrati nella gamma ordinaria, il pancreas smetterà gradualmente di produrre insulina in eccesso, Questo processo richiede un periodo un po’ più lungo e lo si può testare facendo inviare dal vostro medico un campione del vostro sangue ad un laboratorio di analisi per determinare l’insulina nel siero. Una buona prassi è di attendere un paio di mesi dopo che il controllo dello zucchero sanguigno si è ripristinato.

5. Riparare separatamente i danni collaterali provocati dalla malattia.

I problemi vascolari determinati da un elevato livello cronico di glucosio generalmente si risolveranno da sé senza sforzo cosciente. Gli effetti della retinopatia e della neuropatia periferica, solitamente si riparano da sé. I danni ai reni di solito si riparano da sé. I danni vascolari ed alle arterie determinati da anni di elevato tasso di zucchero e insulina, regrediranno lentamente grazie ad una dieta appropriata e sana, tuttavia ripulire le arterie in questo modo può richiedere molti anni. Il danno alle arterie può essere corretto molto più velocemente ricorrendo ad una terapia di chelazione intravenosa, che nell’80% dei casi si sistema in sei mesi. Ovviamente non aspettatevi che il vostro medico per ovvi motivi la approvi, in particolar modo se è uno specialista in cardiologia.

6. Tempi di recupero.

La prognosi solitamente prevede un rapido recupero dalla malattia ed il ripristino di un normale stato di salute e di energia nell’arco di alcuni mesi, un anno o anche più. Il tempo richiesto dipende da quanto a lungo si è permesso alla malattia di svilupparsi.
Per chi interviene precocemente i tempi di recupero sono di alcuni mesi o anche meno. Per coloro che soffrono della malattia da molti anni, i tempi di recupero potrebbero estendersi ad un anno o anche più.

 

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