07-01-2016
Mangiare con regolarità prosciutti, salsicce, salame, pancetta e simili aumenta in modo significativo il rischio di sviluppare tutta una serie di malattie, come quelle cardiovascolari, il cancro, e morte precoce. Lo studio che mette in evidenza i rischi di una dieta scorretta è stato condotto seguendo per circa tredici anni, mezzo milione di persone di età compresa tra i 35 e i 70 anni, provenienti da dieci Paesi europei. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista BMC Medicine e riportano che chi è solito consumare insaccati, e carni lavorate in genere, vede aumentare in modo significativo il rischio di morte prematura. I ricercatori dell’Università di Zurigo hanno raccolto una mole di dati relativi alla dieta dei cittadini europei. I dati comprendevano il consumo personale di carne rossa, bianca e lavorata. Nello specifico, la carne rossa includeva quella di bovino, suino, equino e ovino; la carne bianca il pollame in genere, ma anche anatra e coniglio. Infine, la carne lavorata includeva prosciutti, salami, salsicce, pancetta e tutti i salumi e insaccati in genere. Durante il periodo di follow-up, una persona su 17 è morta. Di questi, chi mangiava circa 160 grammi al giorno di carne lavorata vedeva aumentare il rischio di morte del 44%, rispetto a coloro che ne mangiavano circa 20 grammi al giorno. Nei circa 13 anni di studio, ci sono stati 5.556 decessi per malattie cardiache e vascolari, 9.861 morti per cancro e 1.068 a causa di malattie respiratorie. Analizzando i dati per causa, si è scoperto che il consumo di carne lavorata era quello che aumentava maggiormente il rischio di malattie e morte prematura: nella fattispecie mangiare molta carne lavorata aumentava del 72% il rischio di malattie cardiovascolari e dell’11% il rischio di cancro.