08-01-2016
Troppe ore seduti davanti alla televisione possono nuocere gravemente alla salute. Secondo uno studio giapponese, presentato durante i lavori della conferenza organizzata dall’European Society of Cardiology a Londra, l’eccessiva sedentarietà indotta dal mezzo televisivo o dai suoi surrogati rappresenterebbe un possibile rischio per quanto riguarda l’embolia polmonare. A presentare lo studio è stato il Prof. Toru Shirakawa, ricercatore presso l’Università di Osaka, in Giappone. Durante i 18 anni di ricerca sono stati analizzati i profili di circa 86.000 persone: in base ai dati ricavati è emerso come l’abitudine a guardare per almeno 5 ore al giorno la televisione mostrava un tasso di embolia polmonare mortale pari al doppio rispetto a coloro che si fermavano a una fruizione di 2,5 ore/giorno. Come ha spiegato il Prof. Shirakawa il problema potrebbe estendere alla vita domestica una problematica già nota per quanto riguarda i voli a lungo raggio: “L’associazione tra lo stare seduti in maniera prolungata e l’embolia polmonare è stata riportata tra chi usava i rifugi antiaerei a Londra durante la Seconda guerra mondiale. Al giorno d’oggi, un volo a lungo raggio in classe turistica è una causa ben nota di questo disturbo, che non a caso viene chiamato ‘sindrome da classe economica’. In Giappone sta crescendo sempre di più il numero di persone che guarda la televisione per molte ore, oppure sostituisce la tv con lo smartphone e tecnologie similari per intrattenersi”. Proprio tale similarità porta l’esperto a suggerire di adottare i medesimi consigli utili a prevenire la “sindrome da classe economica“, ovvero alzarsi periodicamente per “fare due passi”: ciò eviterà di mantenere le gambe e il corpo troppo a lungo nella stessa posizione, riducendo così il rischio di embolia polmonare.