31-01-2016
Quando fuori fischia il vento e nevica si continua a mangiare insalata. Secondo un'analisi eseguita da Agrarmarkt in Germania si consuma addirittura più insalata in inverno che in estate: il 60% della spesa dei consumatori per le foglie di lattuga o radicchio si concentra nei mesi da novembre ad aprile. Vi sembra una scelta sensata? Da dove viene l'insalata d'inverno? Chi è che la produce? Ma soprattutto come? La risposta è ovvia: proviene dalle coltivazioni in serra o da aree geografiche più miti. L'Italia forse in inverno se la cava ancora con la produzione in certe zone del Sud Italia, ma perché non aspettare la bella stagione, quando le foglie crescono forti e vigorose in qualsiasi orto sotto casa? Quello che viene coltivato in serra viene sovraccaricato di concimi con l'inevitabile accumulo di nitrati. E quello che finisce nello stomaco, secondo un'analisi effettuata da Oekotest è zeppo di residui chimici come insetticidi, antibatterici e diserbanti.
Per rimanere nei limiti consentiti dalla legge i produttori spruzzano dei cocktail appositamente preparati dalle industrie agrochimiche, con un ampio spettro di diverse sostanze concomitanti. Anche se le soglie di tolleranza non vengono superate per i singoli prodotti, il risultato finale può essere pericoloso. Perché purtroppo non esistono limiti precisi per l'accumulo di residui multipli. Il banco di prova di Oekotest, su campioni di lattuga commercializzati in Germania, ha messo in luce dei risultati sconcertanti: in un campione sono state rinvenute concentrazioni elevate di insetticidi come la deltametrina, in ben quattro erano presenti concentrazioni pericolose di diserbanti (Linuron) o fungicidi (Iprodione), sostanze classificate entrambe come cancerogene. Ma c'è un problema di fondo che riguarda genericamente lattughe e rucole coltivate in inverno: la presenza elevata di nitrati, che le foglie non riescono a smaltire a sufficienza, a causa della ridotta quantità di luce naturale. Oekotest ha fatto i calcoli seguendo le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità: consumando una piccola porzione di insalata (55 g) si supera già la soglia massima raccomandata dall'OMS. E stiamo solo mangiando un piatto di insalata, a cui dobbiamo aggiungere tutto il resto...