LA VACCINAZIONE NON E' UTILE.

14-04-2014

Le statistiche dimostrano che la pratica delle vaccinazioni obbligatorie nei primi anni di vita non ha accelerato il naturale declino delle malattie invalidanti e mortali tradizionali, fenomeno certamente dovuto in prevalenza al miglioramento del benessere alimentare e sanitario. Anzi, dove è possibile fare un confronto fra paesi vaccinati e non, si evidenzia perlomeno l'inutilità del vaccino.

ANTITETANICA

La comunità non deve difendersi da questo contagio semplicemente perché non è una malattia contagiosa. Tra l'altro in Europa non è mai stata una malattia dei bambini e non si può neanche sostenere che vaccinando tutti si impedisca la circolazione del bacillo perché si riproduce nell'intestino dei ruminanti ed è presente nella polvere di casa, cioè la malattia non la si può far sparire. Anche prima della vaccinazione i casi erano qualche centinaio all'anno ed allora come oggi si riferiscono quasi sempre ad anziani.

ANTIEPATITE B

Delle quattro vaccinazioni obbligatorie questa, voluta da De Lorenzo, gode di molti studi pubblicati sulla sua pericolosità e nessun pediatra ha il coraggio di difenderne l'obbligo. Il totale delle epatiti (A, B, C ecc.) è "crollato" prima del vaccino, passando dai 54.000 casi del '69 ai 2.733 della sola B del '94, (nel '97 circa 2.000), benigni al 95%, cronici nel 4% e mortali solo nell'1%.
La B corrisponde normalmente alla metà del totale. Sui bambini poi il vaccino è inutile perché gli anticorpi che produce durano due anni nei neonati e quattro negli adulti; considerato che la malattia è degli adulti e comincia ad apparire timidamente a 15 anni, se ne conclude che farlo a 0 ed 11 anni è matematicamente inutile e può fare solo male.

ANTIDIFTERICA

Anche in questo caso vaccinare tutti per una malattia che "non c'è" produce più effetti collaterali dannosi che prevenzione. Nei paesi in cui il vaccino viene poco o per niente usato, la malattia non è presente comunque, mentre appare in paesi supervaccinati (come la Russia) se c'è fame e freddo; inoltre non è eradicabile. Infine, se la vaccinazione di massa aveva un senso teorico nel '39, certamente non lo ha oggi, quando ad esempio sono disponibili gli antibiotici che possono agevolmente essere usati per gli sporadici casi che si presentassero (per chi li usa).

ANTIPOLIO

Anche qui le centinaia (e probabilmente migliaia) di casi di morte e di invalidità da polio nell'occidente avanzato, almeno negli ultimi 10 anni, sono per lo più dovuti alla vaccinazione. In Italia la malattia (normalmente benigna) stava naturalmente sparendo negli anni '20-'30, e le sue crisi sono "stranamente" apparse in concomitanza con l'introduzione degli obblighi dell'antivaiolosa (1934), dell'antidifterica (1939), e con le prime antipolio (1956) e soprattutto con la prima vera campagna del '58. Comunque questo vaccino è il più pericoloso, tanto che secondo il CDC (equivalente del nostro Istituto Superiore della Sanità), nei ultimi 14 anni ci sono stati negli USA 125 casi di polio da vaccino, che rapportati alla popolazione italiana equivarrebbero ad un poliomielitico all'anno circa. Piuttosto giova ricordare che la polio è apparsa nel terzo mondo solo dopo le campagne vaccinali "per salvarli", e che ad esempio anche la campagna antipolio (italiana) del '96 in Albania ha prodotto una grave epidemia di polio, (76 casi in perfetta concomitanza di tempo per lo più fra le persone a contatto dei vaccinati), dimostrando cosi la sua pericolosità in popolazioni con cattiva nutrizione ed igiene, mentre in paesi "benestanti" ha dimostrato la sua inutilità.

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