04-02-2016
La terapia ormonale sostitutiva ha il pregio di aiutare le donne che stanno entrando in menopausa ad alleviarne i sintomi, ma da anni si sospetta che possa innalzare il rischio di infarto, ictus e cancro al seno. Nel 2002, Women’s Health Initiative, un programma di ricerca durato 15 anni e volto a stabilire le più comuni cause di morte, malattie e scarsa qualità della vita nelle donne dopo la menopausa, sembrava non lasciare dubbi in proposito. Da allora è assai diminuita, in America ma anche in Italia, la prescrizione di terapia ormonale e negli anni immediatamente successivi si è registrata una diminuzione dei casi di cancro al seno. Pura coincidenza? C’è chi sosteneva che poteva trattarsi semplicemente di un effetto perverso: niente terapia ormonale, meno controlli ed esami (come la mammografia), quindi meno diagnosi.
Ora uno studio pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, condotto da ricercatori di Kaiser Permanente Northwest, organizzazione sanitaria americana, rivela che invece il legame tra ormoni e cancro c’è, eccome. Analizzando i dati relativi a migliaia di donne e focalizzando l’attenzione su quelle che hanno continuato a sottoporsi regolarmente alla mammografia, Kaiser Permanente Northwest ha potuto eliminare questa variabile dal quadro e tracciare l’andamento delle diagnosi di cancro in parallelo alla somministrazione di ormoni. Mentre fino a qualche anno fa i casi di cancro al seno aumentavano di pari passo con la somministrazione della terapia ormonale, dal 2003 in poi l’uso della terapia ha conosciuto un crollo (-75 per cento), e le diagnosi di cancro al seno sono diminuite del 18 per cento.