08-02-2016
La vera influenza non rappresenta che il 30 o il 40% delle patologie delle vie respiratorie simil-influenzali. I confini tra i veri tipi di malattie da raffreddamento e l'influenza, infatti, sono molto deboli in quanto esse presentano dei sintomi molto simili (tosse, febbre, dolori muscolari, mal di testa, congiuntivite, rinite ecc.) e distinguere le svariate affezioni virali non è possibile se non mediante prelievi effettuati su campioni di tamponi faringei o sulle cavità nasali. Analisi che normalmente non vengono effettuate se non su un campione limitato di persone per riconoscere le varianti virali del virus influenzale che circolano ogni anno (anche perchè tali esami sierologici non danno alcun aiuto a livello di terapia). Infatti c'è anche questo da sottolineare. Ogni anno il virus influenzale subisce naturalmente cambiamenti antigenici e diversi sono pure i ceppi virali che si impongono come prevalenza. Il vaccino antinfluenzale quindi deve avere ogni anno una composizione diversa per poter rispondere ai mutamenti del virus. Esso rimane quindi una vaccinazione "sui generis" e l'aggiornamento annuale preordinato e organizzato dall'OMS non sempre riesce a garantire la rispondenza tra vaccino e virus.
La preparazione del nuovo vaccino inizia nel mese di febbraio, quando l'OMS individua i tre ceppi virali, due di tipo A e uno di tipo B, che potrebbero provocare la maggior parte dei casi di influenza nel periodo che va da novembre a marzo. L'efficacia protettiva del vaccino dovrebbe essere tanto più elevata quanto più alta è la corrispondenza tra gli antigeni virali in esso contenuti e il ceppo virale epidemico in circolazione. Non è detto che tale corrispondenza sia garantita. Inoltre, anche se lo fosse, va ricordato che esso proteggerebbe solo da quel particolare tipo di virus e non da tutti gli altri virus influenzali di ceppo diverso (ortomixovirus) o dagli altri virus causanti le varie patologie similari (paramixovirus, adenovirus, pneumovirus, echovirus, rinovirus ecc.). Questo spiega come mai chi si vaccina contro l'influenza spesso poi si ammala nel corso dello stesso inverno di patologie simil-influenzali. Se aggiungiamo a tutto questo i problemi dovuti agli effetti collaterali del vaccino e le controindicazioni del caso il presunto vantaggio dell'atto vaccinale viene sicuramente a mancare!