GLI INTERVENTI AL GINOCCHIO AUMENTANO IL RISCHIO DI INFARTO.

17-03-2016

Operarsi all'anca o al ginocchio può avere conseguenze gravi per il nostro cuore. Secondo una ricerca pubblicata su Arthritis & Rheumatology, i pazienti affetti da osteoartrosi che si sottopongono ad artroplastica di ginocchio o di anca mostrano un rischio di infarto del miocardio superiore alla media. L'effetto è però limitato al primo mese post-operatorio, dopodiché la percentuale ritorna nella norma. Il rischio di tromboembolismo venoso e polmonare, però, rimane più elevato per anni. Il primo autore dell'analisi, Yuqing Zhang della Boston University School of Medicine di Boston, spiega che la chirurgia sostitutiva di anca o ginocchio in certi casi rappresenta l'unica opzione praticabile per alleviare il dolore e la rigidità articolari, aiutando il paziente a ritornare autosufficiente. “Precedenti studi stimano che 1,8 milioni di procedure di artroplastica vengono eseguite ogni anno in tutto il mondo, numero destinato ad aumentare con l'invecchiamento della popolazione”, scrivono i ricercatori. “Le prove scientifiche dimostrano che l'artroplastica migliora il dolore e la funzione articolare nonché la qualità della vita del paziente osteoartrosico, mentre l'impatto della procedura sulla salute cardiovascolare non è ancora stato approfondito”.
Insieme al suo team, Zhang ha esaminato il nesso esistente fra intervento di sostituzione articolare e rischio di gravi eventi cardiovascolari. Il campione era costituito da 13.849 persone sottoposte a intervento chirurgico e da altrettante che hanno rappresentato il gruppo di controllo. I soggetti avevano 50 o più anni e una diagnosi di osteoartrosi di anca o ginocchio effettuata fra il gennaio del 2000 e il dicembre del 2012. 306 pazienti del gruppo artroplastica e 286 del gruppo di controllo hanno subìto un infarto acuto del miocardio nel corso del follow up. “I nostri risultati provano che il rischio cardiovascolare aumenta nel periodo post-operatorio tra i pazienti operati di artroplastica di ginocchio o di anca”, osserva Zhang. “Il rischio a lungo termine di infarto acuto del miocardio è irrilevante, ma quello di tromboembolia polmonare persiste per anni dopo l'intervento”.

 

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/art.39246/abstract

http://www.medscape.com/viewarticle/850336

http://www.medicalnewstoday.com/articles/298756.php

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