19-04-2014
Una ricerca condotta sul modello animale da un gruppo di ricercatori della Seoul National University pubblicato sull'American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, mette in risalto la relazione tra cibi contenenti fosfati e patologia tumorale. "Il nostro studio indica che l'aumentato introito di fosfati inorganici stimola fortemente lo sviluppo del cancro al polmone nel topo e suggerisce che la regolazione dietetica di queste sostanze possa essere critica per il trattamento e per la prevenzione del cancro al polmone", ha detto Myung-Haing Cho, che ha diretto la ricerca. "I fosfati costituiscono un nutriente essenziale per gli organismi viventi e possono attivare diversi segnali. Lo studio dimostra che un'assunzione elevata di fosfati inorganici può stimolare fortemente il cancro al polmone alterando alcune di queste vie di comunicazione", ha aggiunto. Cho ha osservato che mentre un livello moderato di fosfati ha un ruolo essenziale per la vita, il loro crescente uso come additivi e conservanti nei cibi ha portato a un aumento significativo del loro livello nella dieta.
"Negli anni novanta gli alimenti contenenti additivi con fosforo si stima che abbiano contribuito con circa 470 mg al giorno nella dieta di un adulto. Ma i fosfati sono addizionati sempre più spesso a molti cibi preparati, dalle carni, ai salumi ai formaggi fino alle bevande. Praticamente sono presenti in tutti gli alimenti, ma principalmente in quelli ricchi di proteine come latte, carne, pesce e uova. Sotto forma di polifosfati (fosfati condensati) vengono impiegati dalle industrie alimentari come additivi alimentari. Vengono utilizzati per addolcire l'acqua; come sale di fusione nei formaggi fusi (formaggini); nella produzione di insaccati cotti o bastoncini di pesce. Le bibite a base di cola hanno un elevato contenuto di fosfato sotto forma di acido fosforico. Di conseguenza, a seconda delle scelte dietetiche della persona, l'introito giornaliero può arrivare anche ai 1000 mg", passando quindi da un'assunzione di quelle sostanze che può essere considerata normale, a una che, secondo la ricerca condotta dalla Seoul National University, potrebbe presentare dei rischi.