28-03-2016
La pelle rischia di subire danni anche gravi a causa dei selfie. Proprio così, l'abitudine ormai generalizzata a scattarsi foto può stimolare l'invecchiamento precoce del volto. È ciò che è successo a Mehreen Baig, una blogger londinese di 26 anni che si scattava fino a 50 selfie al giorno. Con il passare del tempo, però, la ragazza si è accorta che sul suo volto erano comparse nuove lentiggini, i pori sembravano più dilatati e le occhiaie più evidenti. Per questo motivo faceva sempre più ricorso al trucco, allo scopo di coprire i difetti insorti tanto precocemente. Alla fine si è rivolta a un dermatologo, il dott. Simon Zokaie, che le ha rivelato l'influenza negativa esercitata dalla sua passione per i selfie. A causare le spiacevoli conseguenze sulla sua pelle era la luce blu emessa dal suo smartphone, la luce visibile ad alta energia (Hev).
L'Hev è uno dei tre fattori principali che causano danni all'epidermide. Gli altri due sono certo più noti, ovvero l'esposizione ai raggi solari e l'inquinamento atmosferico. La combinazione dei tre fattori è particolarmente negativa perché stimola l'infiammazione della pelle, rallentandone la fisiologica capacità di autoguarigione. Attraverso uno specifico macchinario, la pelle della ragazza è stata scansionata. In tal modo, il dott. Zokaie ha analizzato la dimensione dei pori, la pigmentazione, la quantità delle rughe, l'umidità e i danni indotti dall'Hev. Un aspetto particolarmente negativo è che non esistono creme in grado di proteggere la pelle dalla luce Hev. Di conseguenza, oltre a una riduzione nell'uso degli strumenti tecnologici, l'altra sola possibilità per ridurre i danni è l'utilizzo costante di creme antiossidanti che aiutino l'epidermide a combattere gli inevitabili danni associati a questo tipo di luce.
http://www.dailymail.co.uk/femail/article-3493093/Is-selfie-prematurely-ageing-you.html