28-04-2016
Numerosi studi clinici, sperimentali ed epidemiologici indicano che un apporto quotidiano di fibra alimentare (30 g/die secondo i LARN) è in grado di ridurre il rischio di sviluppo di patologie a carico del sistema digerente (stipsi, colon irritabile, tumore al colon) e cardiovascolare (malattie delle coronarie, ischemia cardiaca). Sono inoltre confermate le ipotesi che le fibre possano diminuire i livelli ematici di colesterolo, di glucosio e svolgere effetti benefici sul controllo del peso corporeo.
PREVENZIONE E TRATTAMENTO DELLA STIPSI
Accanto alla stipsi da cause organiche e alla stipsi iatrogena, c’è la stipsi funzionale. Tra le misure da adottare per combattere questo problema (aumento dell’attività fisica, rieducazione dell’alvo, incremento del consumo di liquidi), la più importante è rappresentata sicuramente dall'aumento del consumo di fibra alimentare. La fibra insolubile nell'intestino resiste alla degradazione batterica e contribuisce alla formazione della massa fecale sia adsorbendo e trattenendo acqua, che incrementando la massa batterica nel lume del colon. La massa fecale aumentata può successivamente stimolare la spinta del colon. La fibra alimentare esplica il suo effetto lassativo anche mediante la sua interazione con i nervi sensori presenti sul colon, i cui riflessi stimolano la peristalsi intestinale.
CONTROLLO DEL COLESTEROLO
L’effetto ipocolesterolemizzante della fibra è stato dimostrato per la prima volta nel 1961, da Ershoff. Anche se resta difficile delineare un esatto meccanismo d’azione, spetta proprio alle frazioni solubili il ruolo principale, anche se non esclusivo, nell'abbassare il tasso del colesterolo. In particolare le pectine contenute nelle mele e nel limone sono le più efficaci nel ridurre il colesterolo plasmatico ed epatico. È da rilevare che l’effetto ipocolesterolemizzante riguarda le lipoproteine a bassa densità (LDL), senza compromettere il tasso di colesterolo HDL. Man mano che il cibo viene digerito e assorbito nell'intestino tenue, la fibra diventa una componente principale nel lume intestinale e la sua viscosità interferisce con l’assorbimento degli acidi biliari da parte dell’ileo. In risposta, il colesterolo LDL è rimosso dal sangue e convertito in acidi biliari dal fegato per rimpiazzare la quota eliminata con le feci. Vi è inoltre l’evidenza che il cambiamento della composizione degli acidi biliari riduca la sintesi di colesterolo.
REGOLAZIONE INDICE GLICEMICO
Diversi studi hanno dimostrato che l’assunzione di fibre solubili, in particolare di pectine, riduce l’assorbimento intestinale di glucosio, fattore che comporta una diminuzione dei suoi livelli ematici post-prandiali. Quando le fibre sono aggiunte alla dieta, la velocità d’incremento della glicemia e la secrezione d’insulina si riducono e questi effetti sono particolarmente evidenti nei soggetti diabetici. L’aggiunta di fibra viscosa alla dieta del paziente diabetico rallenta lo svuotamento gastrico, la digestione e l’assorbimento dei carboidrati, con un beneficio sul metabolismo glucidico post-prandiale e a lungo termine.
CONTROLLO DEL PESO CORPOREO
Il maggior beneficio delle fibre sul controllo del peso corporeo sembra derivare dalla distensione gastrica e quindi dal senso di sazietà indotto dalle fibre, capaci di assorbire notevoli quantità di acqua. Qualsiasi dieta ipocalorica può rischiare di indurre o aggravare la stipsi e un consumo abbondante di fibra può risultare vantaggioso sia per l'effetto ammorbidente del gel, che per l'effetto massa. Un pasto ricco di fibra è trasformato più lentamente e l'assorbimento dei nutrienti si realizza in un periodo di tempo più lungo. Il maggior volume di alimenti richiede più tempo per essere assunto e la sua presenza nello stomaco può indurre un senso di sazietà precoce.
CONTROLLO DELLA DIVERTICOLOSI
Sembra che un fattore nell'insorgenza della diverticolosi sia un deficit di scorie fibrose. L’evidenza epidemiologica dimostra come non solo la diverticolosi sia molto rara fra le popolazioni dove le fibre rappresentano un costituente predominante dell’alimentazione, ma che l’incidenza aumenta di pari passo con la diffusione di un’alimentazione di tipo occidentale. Secondo alcuni dati clinici l’assunzione di fibre (in particolare mele, carote e agrumi) può ottenere una regressione del dolore e delle turbe dell’alvo.
PREVENZIONE TUMORE AL COLON
Secondo alcuni Autori il rischio di cancro al colon-retto potrebbe essere ridotto di oltre il 30%, semplicemente incrementando il consumo di fibra. Il consumo di fibra alimentare può ridurre la concentrazione di metaboliti potenzialmente cancerogeni nel lume, o ritardare la cancerogenesi indotta chimicamente. Grazie all'effetto igroscopico, la fibra, trattenendo l’acqua, è in grado di diluire le sostanze tossiche presenti nel lume e ne riduce il tempo di contatto con la mucosa e quindi il possibile effetto mutageno sulle cellule della parete intestinale.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8172090