SANITA' E MALAFFARE: VI SVELO I RETROSCENA DELLE SPECULAZIONI SUI FARMACI.

20-04-2014

Dott. Roberto Santi.

Lui è di quei medici che non perdono occasione per criticare «Big Pharma» (definizione dello strapotere dei grandi gruppi farmaceutici). In una conferenza, ha offerto molti dati sconosciuti e per alcuni versi inquietanti alla platea. Questi fanno pensare, immaginare e anche intuire quanto la medicina sia troppo intrisa di interessi economici fino ad arrivare in più di qualche caso a «prendere in giro i cittadini e in particolare quelli malati» Il dottor Santi ha detto in una breve intervista «che lui, come medico, ha giurato fedeltà ai pazienti e non ai potenti e per questo se trova farmaci o prassi della medicina inutili, dannose o scorrette sente il dovere di comunicarlo ai pazienti e per questo lo fa» Per il suo atteggiamento di denuncia il dottor Santi è stato portato davanti al giudice da alcuni suoi colleghi per aver denunciato gli atteggiamenti «mafiosi» di cui è intrisa l'organizzazione sanitaria. I giudici - PM prima e GIP poi - lo hanno assolto perché lui si riferiva a quel tipo di atteggiamento, appunto mafioso, che ormai è nel costume della società e non solo della criminalità. Per dare corpo e forza alla sua tesi il dottor Santi nell'intervista ha spiegato alcuni fatti precisi che danno il senso di come la medicina, dalle case farmaceutiche ad alcuni dei suoi colleghi medici, è in molti casi a dir poco scarsamente chiara. E fa riferimento a studi e a gruppi che verificano gli studi «C'è - ha detto Santi - uno studio riportato su un sito di una Asl della regione Emilia Romagna curato dal dottor Danilo Di Diodoro che racconta di quante sono le ricerche efficaci. Bene - ha continuato Santi - solo il 3,5 per cento dei farmaci messi in commercio negli ultimi 15 anni sono veramente efficaci» E poi si «scaglia» contro l'informazione delle riviste scientifiche. Per Santi sono troppo attente a filtrare accuratamente quali informazioni e quali risultati delle ricerche far arrivare alla portata dei medici. Sono circa 1500 gli articoli che ogni giorno nel mondo vengono pubblicati sule riviste specializzate. In genere favorevoli agli imprenditori del farmaco. E anche qui porta una cifra ad avvalorare la sua affermazione: «Big Pharma» - ha detto - spende 320 miliardi di dollari l'anno per promuovere i farmaci. Fra pubblictà, gadget, viaggi per i medici, congressi eccetera. Cose delle quali spesso la cronaca ha reso conto ai cittadini». Poi racconta di alcuni farmaci che vengono somministrati per una grave malattia. «È stato dimostrato – ha detto il medico ligure – con uno studio di 15 anni su 35.000 pazienti, che il farmaco, dal costo di 1.700 euro a fiala per il totale annuo di 85.000 euro per ogni paziente, malato cronico, non porta migliorie. E si continua a somministrarlo nonostante lo sappiano tutti nel mondo scientifico - poi ha detto – erano in via di definizione, per la stessa malattia, studi con la vitamina D3, dal bassissimo costo, meno di 2 euro a fiala, che stava dando buone speranze. È stato sospeso non si capisce bene perchè» Anche qui fa un esempio pratico che può aiutare a capire il meccanismo: «Per un noto farmaco per il cuore, dimostratosi più dannoso che utile, il presidente dell'associazione americana dei cardiologi del tempo, che era stato fra i promotori e fra quelli che ne hanno avvalorato e validato la bontà, si è scoperto che era uno dei maggiori azionisti della casa farmaceutica che lo produceva. Era quindi evidente il conflitto d'interessi» Poi lamenta di un farmaco molto importante, la famosa Penicillina, fatta sparire dal mercato per un pò di tempo per essere venduta a 24 euro perchè preconfezionata nelle siringhe. Nel flacone classico invece costa circa 0,76 centesimi ma è disponibile soltanto per gli ospedali. Tutto questo è noto a l'Aifa (agenzia del farmaco) che con disarmante semplicità ha risposto, in sostanza, all'interrogazione di Santi che «non può farci nulla» E Santi suggerisse che siano gli assessorati regionali alla salute a comprarla in confezione ospedaliera che costa il 3% di quella venduta in farmacia, per distribuirla a chi ne ha bisogno. Un altro esempio che porta il dottore riguarda i farmaci contro il colesterolo e i livelli indicati nei quali si dovrebbe stare. Quelli che oggi sono considerati soglia massima sarebbero la normalità; secondo Santi è un modo per aumentare la vendita di quei prodotti e farmaci per farlo abbassare. Poi svela un dato eclatante: «L'80% della mortalità per infarto è nei soggetti con colesterolo normale» A dimostrare che su questo tema ci sarebbe una sorta di «terrorismo» che porta poi a far consumare gli specifici farmaci anche se presi in condizioni che non li richiedono e in qualche modo dannosi per gli immancabili effetti collaterali. Una battaglia a tutto campo quella del dottor Santi contro l'abuso delle case farmaceutiche scorrette che approfittano della salute della gente per trarre profitti ingiustificati.

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