21-04-2014
Prima obiezione: il vaccino anti-HPV protegge solo da due ceppi del virus, mentre sono almeno 15 quelli che provocano il cancro. Infatti a leggere per bene le raccomandazioni si vede che “anche dopo aver fatto il vaccino una donna deve comunque sottoporsi a pap test periodici”. E allora perchè farlo?
Seconda domanda: quanto è diffuso il cancro al collo dell’utero?
I dati OMS dicono che questo tumore in un anno uccide 275.000 donne nel mondo, 90 in Italia, insomma non è un flagello tale da giustificare una simile vaccinazione a tappeto. Oltretutto sappiamo che se una donna fa un pap test all’anno riesce a individuare le cellule malate sul nascere e la sua guarigione è del 100%. Non solo: altri dati OMS rivelano che l’80 per cento delle donne nel corso della vita contrae uno o più virus HPV (in tutto sono 150, una trentina si trasmettono per via sessuale, di questi 15 sono considerati ad alto rischio) ma nella maggioranza dei casi il sistema immunitario li combatte. Solo quando l’infezione persiste negli anni si possono alterare le cellule ma con il pap test questa situazione balza subito all’occhio.
Terzo quesito: non si capisce quanto può durare la protezione di questo vaccino, nessuno lo dice (forse perché nessuno lo sa). Tralascio di parlarvi degli effetti collaterali, delle morti e delle malattie autoimmuni attribuite al farmaco. I medici affermano che l’efficacia del rimedio è del 20 per cento…un pò pochino o no?