24-05-2016
Arsenico nel riso. Varie volte mi sono trovato a parlare di questo grosso problema, dei rischi che corriamo nel consumare alimenti contaminati e di alcune possibili soluzioni per tutelare la nostra salute. Purtroppo, oggi devo tornare a parlarne a causa di uno studio pubblicato su "Jama Pediatrics", e condotto dalla Dartmouth College School of Medicine. Lo studio ha infatti evidenziato un problema allarmante: i bambini che consumano prevalentemente riso o derivati presentano forti concentrazioni di arsenico nelle urine superiori fino al doppio rispetto a quelli che non lo assumono affatto. Considerato che il riso è uno dei prodotti maggiormente consigliati dai pediatri per l’alimentazione dei bimbi, questi dati non possono che destare preoccupazione. Durante il loro lavoro, i ricercatori hanno monitorato 759 piccoli nati tra il 2011 e il 2014. L’80% delle famiglie coinvolte ha introdotto il riso nella dieta del figlio durante il primo anno di vita. E il 64% di questi bambini ha iniziato tra il quarto e il sesto mese. “Il nostro studio – osservano gli scienziati – dimostra che il consumo di riso aumenta l’esposizione dei neonati all'arsenico più di quanto raccomandato dall'OMS per questa fascia di popolazione“. Secondo la Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia di controllo americana, l’esposizione a lungo termine all'arsenico è collegata con più alti tassi di tumori della pelle, della vescica, e del polmone.
L’arsenico è un elemento presente in natura, è vero, ma è anche utilizzato nei pesticidi e il riso lo assorbe di più rispetto ad altre colture. Inoltre, c’è un’importante differenza tra l’arsenico organico, contenuto ad esempio nel pesce e nei frutti di mare, e inorganico, che è cancerogeno per gli umani. A causa degli elevati rischi che l’arsenico può avere sulla salute anche del feto (come effetti sul sistema immunitario e sullo sviluppo neurologico), l’FDA ha pubblicato un avvertimento che raccomanda ai genitori di considerare altre opzioni oltre al riso come primo cibo solido per un bambino. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) stima che i bambini al di sotto dei tre anni assumano, rispetto al peso corporeo, una quantità di arsenico inorganico due-tre volte maggiore degli adulti. Secondo i ricercatori è comunque possibile ridurre il rischio di esposizione dei bambini all’arsenico. Come? Innanzitutto è necessario tenere presente che il riso integrale, generalmente considerato più sano di quello bianco,contiene l’80% in più di arsenico della qualità bianca. Questo perché la sostanza si accumula nello strato esterno, che viene eliminato durante la lavorazione. Il riso basmati bianco dell’India, Pakistan e della California contiene le dosi più basse. Ancora, esistono diverse alternative più sicure e sane, come ad esempio avena e orzo, ricche di ferro e nutrienti.
http://archpedi.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=2514074#poi160012r50