02-06-2016
I lipidi costituiscono uno dei componenti nutrizionali fondamentali per l’uomo. Tuttavia l’introito di queste sostanze non dovrebbe superare il 25% del totale calorico, con una prevalenza di acidi grassi monopolinsaturi. Attualmente, però, l’alimentazione occidentale è composta in gran parte di grassi saturi, derivanti dal consumo di formaggi e di carni, la cui assunzione, oltre a causare numerosi disturbi, può provocare deficit nutrizionali nell’organismo umano. I grassi essenziali sono grassi polinsaturi e si distinguono in omega-6 e omega-3. L’olio di semi di lino è ricco in acido alfa-linolenico, linoleico e oleico, sostanze richieste per l’integrità strutturale delle membrane cellulari. Questa pianta rappresenta una fonte notevole di acido alfa-linolenico la cui attività principale è l’azione preventiva nei confronti dei disturbi cardiovascolari.
L’acido alfa-linolenico (ALA) viene convertito nell'organismo in EPA e DHA. Vi sono tuttavia alcuni fattori che ostacolano questo importante processo di conversione quali l’eccessivo consumo di grassi saturi, idrogenati e alcol con la dieta e lo scarso apporto di calorie o proteine e di alcuni nutrienti quali zinco e rame. L’olio di lino viene pressato a freddo, senza altri interventi di tipo chimico-fisico, per evitare alterazioni delle sue caratteristiche bionutrizionali. Questa tecnologia permette la conservazione delle sostanze presenti nell'olio, rendendole rapidamente biodisponibili all'organismo.
PROTEZIONE CARDIOVASCOLARE
Le principali attività dell’olio di lino sono indirizzate alla prevenzione delle patologie cardiovascolari. Alcuni studi prospettici di coorte hanno esaminato la relazione tra consumo con la dieta di ALA e rischio di malattie cardiovascolari (MC). In uno di essi, oltre 45.000 uomini sono stati seguiti per 14 anni. Al termine dello studio, l’incremento dell’assunzione di 1 g/die di ALA è stato associato alla riduzione del 16% del rischio di MC. Nei soggetti che consumavano poco o per niente pesce, la riduzione ha raggiunto il 47%. In un altro studio su 76.000 donne seguite per 10 anni, il consumo maggiore di ALA (1,4 g/die) è stato associato alla riduzione del 45% del rischio di MC, rispetto alle donne che ne consumavano meno. In uno studio di coorte, il più alto apporto di ALA in 6.000 uomini americani seguiti per 10 anni, ha mostrato la riduzione del rischio di MC del 40%.
ISCHEMIE CARDIACHE
E’ stato condotto uno studio epidemiologico su 76.283 donne, senza malattie cardiovascolari, per esaminare l’associazione tra assunzione con la dieta di acido alfa-linolenico e rischio di ischemie cardiache. I risultati ottenuti hanno rilevato un minore rischio di queste patologie nelle donne la cui assunzione di acido alfa-linolenico era alta, supportando l’ipotesi che questo acido polinsaturo svolga azione protettiva nei confronti delle ischemie cardiache.
PRESSIONE ALTA
Altri studi condotti su animali evidenziano gli effetti ipotensivi di quest’olio vegetale. Si attendono ulteriori conferme dell’attività dell’olio di lino sulla pressione del sangue.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1201401/