26-06-2016
Entrando in ospedale i pazienti rinunciano al diritto di ricevere un trattamento equo, diventano automi e devono obbedire a tutti gli ordini o rischiano di cadere in disgrazia di fronte alle potenze responsabili. Oltre a privare i pazienti della propria identità, queste potenze somministrano loro sostanze che fanno in modo che ritornino presto all'ospedale. L'american Medical Association e L'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandano di non superare la percentuale del 30% di grassi e proteine alimentari. Ebbene, inchieste condotte in alcuni ospedali in diverse parti del mondo hanno dimostrato che i pasti che essi servivano contenevano grassi e proteine in una percentuale dal 34 al 44%.
Il colesterolo alimentare non deve superare i 300 mg al giorno. Le percentuali minori si situavano tra i 350 e i 530 mg al giorno. L'apporto quotidiano di calcio deve essere pari a 1.200 mg. Le percentuali di calcio variavano dai 450 ai 1.000 mg. La razione giornaliera di sodio non deve superare i 1.200 mg. Nei pasti serviti negli ospedali le percentuali oscillavano tra i 2.600 e i 3.400 mg. Si raccomanda un apporto quotidiano di fibre dai 20 ai 25 g, contro i 7-9 g al giorno che gli ospedali forniscono ai propri pazienti. Il cinque per cento dei pazienti ricoverati in ospedale, vi si trova a causa di una cura sbagliata. Il cinque per cento dei pazienti lascia l'ospedale con una malattia che non aveva al momento del ricovero. Il dieci per cento dei degenti è colpito da infezioni di diverso tipo. Il tre per cento riceve cure inadeguate.