01-08-2016
Il nostro cervello è direttamente collegato al sistema immunitario, tramite vasi linfatici che, prima di questa interessantissima ricerca, si pensava non esistessero. Un risultato che potrebbe rivoluzionare l’approccio a diversi tipi di malattie, autismo e Alzheimer compresi. La scoperta è frutto del lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori appartenenti all’University of Virginia School of Medicine, negli USA, e potrebbe ribaltare decenni di insegnamenti e di teorie. L’assunto di partenza è che “una delle caratteristiche del sistema nervoso centrale è la mancanza di un classico sistema di drenaggio linfatico. Ora, sappiamo che non è così“, scrivono gli autori. Al momento non è dato sapere quali siano i meccanismi che governano entrata e uscita di cellule immunitarie dal sistema nervoso centrale, ma la scoperta rimane comunque importantissima. Sembra che questi vasi siano rimasti celati fino ad oggi, a causa proprio della loro posizione unica. Questo ha contribuito a generare la credenza, protrattasi fino ad oggi, dell’assenza di una vascolarizzazione linfatica in questa parte del nostro corpo. “Questi vasi linfatici meningei riescono a scambiare cellule immunitarie tra il cervello e il liquido in cui esso galleggia e drenano verso i linfonodi cervicali“, hanno detto i ricercatori.
Secondo gli studiosi, questi vasi linfatici svolgerebbero un ruolo importante in diverse malattie neurologiche di natura immunologica, come ad esempio il morbo di Alzheimer, la sclerosi multipla, l’autismo. Questo potrebbe cambiare l’approccio della scienza a questo tipo di malattie, “gettando nuova luce sull’eziologia delle malattie neuroinfiammatorie e neurodegenerative associate a disfunzioni del sistema immunitario“, scrivono gli studiosi. Nell’Alzheimer, secondo gli studiosi, si verificano accumuli di grandi blocchi di proteine. Questi blocchi potrebbero essere causati proprio dalla difficoltà dei vasi sanguigni nel drenare le placche amiloidi. Vasi che cambierebbero il loro aspetto col variare dell’età degli individui e che confermerebbe anche il ruolo che giocano nella fase dell’invecchiamento. Come più volte ripetuto, questo cambio di prospettiva può rivoluzionare il modo di affrontare molte patologie cerebrali. La sclerosi multipla ad esempio, rimasta per anni senza una spiegazione plausibile che giustificasse l’attacco immunitario contro i neuroni cerebrali. “Invece di chiederci come studiare la risposta immunitaria del cervello o perché i pazienti hanno un attacco immunitario, ora possiamo avere un approccio meccanicistico, perché il cervello è come qualsiasi altro tessuto connesso al sistema immunitario attraverso i vasi linfatici delle meningi“, hanno spiegato i ricercatori.
http://www.nature.com/nature/journal/v523/n7560/full/nature14432.html