23-04-2014
Febbre. Bastano poche linee di rialzo della temperatura corporea e ci sentiamo a terra. Spesso più col morale che non con il fisico. Sì, perché altrettanto spesso, tendiamo a demonizzare questo normale processo fisiologico di risposta. Allora, giù con i rimedi antipiretici (febbrifughi) per ricacciare in basso chi ha osato alzare “la voce”. Solo che, così facendo, riduciamo le possibilità di guarire – davvero – più in fretta e bene. Certo, la febbre deve essere tenuta sotto controllo. Se si alza troppo, tanto da mettere in pericolo, è bene abbassarla in qualche modo. Tuttavia, nella maggioranza dei casi, è bene lasciare che faccia il suo mestiere. E questo non lo dico io, ma gli scienziati del Dipartimento di Immunologia di Buffalo nello Stato di New York (Usa). La temperatura corporea elevata permette a determinati tipi di cellule del sistema immunitario di funzionare meglio. «Un aumento della temperatura corporea è conosciuto fin dai tempi antichi per essere associato alle infezioni e infiammazioni – spiega la dottoressa Elizabeth A. Repasky, del Dipartimento di Immunologia presso il Roswell Park Cancer Institute – Dal momento che una risposta febbrile è altamente preservata in natura (anche i cosiddetti animali a sangue freddo sostano nei luoghi più caldi, quando si ammalano) sembrerebbe importante per gli immunologi dedicare maggiore attenzione a questa interessante risposta».
La dottoressa Repasky e il suo team hanno pubblicato i risultati del loro studio sul Journal of Leukocyte Biology, il quale riporta come abbiano scoperto che la generazione e la differenziazione di un particolare tipo di linfociti, noto come “CD8 - cellule T citotossiche”, è favorita dagli aumenti medi della temperatura corporea fino all’ipertermia – e sono in grado di distruggere cellule infettate da virus e cellule tumorali. In particolare, questo studio, suggerisce che la temperatura corporea elevata modifica le membrane delle cellule T, cosa che può aiutare a mediare gli effetti della temperatura micro-ambientale sulla funzione cellulare. I test sono stati condotti su modello animale e mostrano come iniettando in due gruppi di topi un antigene, si avesse un’attivazione delle cellule T, a seguito dell’interazione con le cellule che presentavano l’antigene. Dopodichè, la temperatura corporea dei topi del primo gruppo è stata fatta aumentare di 2 gradi centigradi; i topi dell’altro gruppo hanno mantenuto una temperatura normale.
Il risultato è stato che nei topi con rialzo della temperatura si è trovato un maggior numero di cellule T CD8 in grado di distruggere le cellule infette. Questo, secondo i ricercatori, suggerisce che un rialzo fisiologico, e nella norma, della temperatura, può essere benefico per il sistema immunitario e per combattere meglio le infezioni. Ricordiamocelo, la prossima volta che ci viene la febbre.