11-08-2016
Epidemiologicamente il diabete è legato alle abitudini di vita occidentali, mentre si verifica raramente nelle culture che seguono una dieta primitiva (a base di alimenti poco raffinati). Quando però queste culture cambiano alimentazione, la percentuale di diabetici sale fino a raggiungere le stesse percentuali delle società occidentali. Sembra che il problema sia dovuto al danno virale o tossico al pancreas, al consumo di carboidrati semplici (cioè zucchero e carboidrati raffinati) e a carenze nutrizionali. Se il diabete mellito insulino-dipendente è dovuto alla mancanza di insulina provocata da un'insufficienza pancreatica, quello che insorge nell'età adulta, detto non insulino-dipendente e molto più comune, è dovuto a un'insufficiente sensibilità all'insulina, i cui livelli sono spesso superiori alla norma. Con la dieta e con l'utilizzo di erbe e nutrienti specifici è possibile prevenire e curare questa resistenza all'insulina da parte delle cellule.
DIETA E NUTRIZIONE
Bisogna cominciare prima di tutto dalla dieta, eliminando tutti i carboidrati raffinati come zucchero, farina bianca, succhi di frutta, miele ecc., e sostituendoli con alimenti integrali. La ricerca ha dimostrato che attraverso una dieta ricca di frutta, verdura, legumi, noci, semi e alimenti integrali si può curare il diabete non insulino-dipendente negli adulti. La dieta deve comprendere più amidi (che richiedono meno insulina degli zuccheri semplici), fibre e vari antiossidanti naturali, oltre a una maggiore proporzione di acidi grassi omega-3 e al cromo, un oligoelemento fondamentale, mentre vanno evitate le sostanze chimiche e i fattori di crescita usati in agricoltura. Molti studi sperimentali ed epidemiologici documentano che i livelli di cromo sono determinanti ai fini della sensibilità all'insulina. Il cromo, un micronutriente essenziale, è un costituente del fattore di tolleranza al glucosio, indispensabile per favorire il legame dell'insulina ai recettori delle membrane cellulari e quindi per una corretta utilizzazione del glucosio. La carenza di cromo è diffusa in Europa a causa delle moderne tecniche agricole e del consumo di cibi raffinati. Un'integrazione a base di cromo aumenta in modo significativo la tolleranza al glucosio, riduce la glicemia a digiuno, il colesterolo e i trigliceridi e fa salire il colesterolo HDL, aumentando la sensibilità all'insulina. Il cromo è presente nel lievito di birra oppure si può prendere come integratore (200-400 mcg al giorno). Non bisogna considerarlo, tuttavia, una panacea contro il diabete.
I disturbi del metabolismo degli acidi grassi omega-6 sono un fattore determinante di molti degli effetti deleteri del diabete. Dal sangue risulta che i diabetici hanno valori bassi di DGLA (acido diomogammalinolenico). Questa carenza diminuisce la risposta dei tessuti all'insulina e il livello di prostaglandine antinfiammatorie PGE1, mentre aumenta i trombossani infiammatori, con conseguente formazione di trombi e contrazioni arteriose che provocano una minore irrorazione a livello locale. Ciò a sua volta comporta una minore disponibilità di ossigeno e altri nutrienti per i nervi e per altri tessuti. Con l'andare del tempo, questo provoca la morte dei nervi e danni tissutali locali. Per fortuna l'integrazione di acidi grassi essenziali è molto utile. In un esperimento su ratti a cui era stato indotto chimicamente il diabete la funzione nervosa si è ripristinata dopo dieci giorni di terapia a base di olio di enotera contenente GLA al 9%. Questa ricerca è ora in fase di estensione anche all'uomo. In uno studio in doppio cieco 22 soggetti affetti da neuropatia diabetica conclamata hanno preso 4 g di olio di enotera (contenente 360 mg di GLA) al giorno o un placebo. Dopo sei mesi nel gruppo trattato con olio di enotera la funzionalità nervosa era migliorata in maniera significativa e si erano normalizzati la sensibilità al caldo e al freddo, l'intorpidimento, i dolori, la debolezza e le parestesie (perdita della sensibilità). E' interessante notare che la regolazione della glicemia non era migliorata: i benefìci erano dovuti esclusivamente agli effetti locali sui nervi. Anche l'integrazione quotidiana a base di vitamina C si è dimostrata utile nel trattamento del diabete non insulino-dipendente, perchè protegge dallo stress ossidativo e riduce l'insulina plasmatica a digiuno (si ricordi che chi soffre di questo tipo di diabete ha troppa insulina, perchè i tessuti non rispondono come dovrebbero), l'emoglobina glicosilata (misura della glicemia media), il colesterolo totale e LDL. La dose era di soli 500 mg due volte al giorno. In passato si usavano molte erbe per migliorare la regolazione della glicemia e alleviare gli effetti collaterali del diabete. Semi di fieno greco, aloe vera, cipolla e aglio sono particolarmente efficaci da questo punto di vista.
SEMI DI FIENO GRECO
E' dimostrato che riduce la glicemia a digiuno e postprandiale in tutti i tipi di diabete, migliorando la sensibilità cellulare all'insulina. Bastano 25 g di fieno greco al giorno a ridurre del 53% gli zuccheri nelle urine di alcuni pazienti affetti da diabete giovanile.
ALOE VERA
In uno studio è bastato aggiungere 1/2 cucchiaino al giorno di aloe vera essiccata alla dieta dei malati di diabete non insulino-dipendente per ridurre la glicemia da 273 a 151 mg/dl. La ricerca sugli animali indica che la sua azione si esplica stimolando una maggiore sintesi di insulina.
CIPOLLA E AGLIO
Aiutano a normalizzare la glicemia. I composti solforati della cipolla e dell'aglio rallentano l'eliminazione di insulina da parte del fegato. Da 25 a 200 g circa di cipolla cruda o bollita abbassano la glicemia.