23-04-2014
Una tazza di caffè può aumentare il rischio di ictus ischemico, specialmente tra i bevitori occasionali. I ricercatori dell’Harvard Medical School di Boston negli Stati Uniti, hanno trovato un rischio di ictus 2 volte maggiore dopo aver bevuto una tazza di caffè. Il rischio ritorna a livelli basali nell’arco di 2 ore. Precedenti studi che avevano valutato gli effetti del caffè sulle malattie cardiovascolari avevano fornito risultati contrastanti. Gli studi caso-controllo avevano mostrato un aumento del rischio, ma gli studi prospettici di coorte non avevano confermato gli effetti dannosi. Era stato riscontrato un effetto negativo del caffè sui biomarcatori cardiovascolari, con aumento dei livelli plasmatici di colesterolo e di omocisteinemia, e un’accresciuta resistenza all'insulina. Tuttavia, numerosi studi avevano dimostrato che il consumo di caffè era in grado di ridurre il rischio di diabete mellito di tipo 2. In questo nuovo studio multicentrico in cross-over, i ricercatori hanno intervistato 390 pazienti con ictus ischemico.
La maggior parte dei pazienti (78%) ha dichiarato di aver fatto uso del caffè nell’anno precedente all’ictus. Più della metà di queste persone aveva bevuto una tazza di caffè 24 ore prima dall’evento ictale. Quasi il 9% dei pazienti aveva assunto caffè entro 1 ora dall'esordio dell'ictus. L'associazione tra ictus ischemico e il consumo di caffè era evidente solo tra coloro che consumano 1 tazza di caffè o meno al giorno e non per quelli che invece bevono il caffè in modo più regolare. I rischi relativi sono rimasti simili quando i ricercatori hanno ristretto il campione a coloro che non erano stati esposti contemporaneamente a potenziali altri fattori scatenanti.
In un editoriale di accompagnamento, Giancarlo Logroscino, dell'Università di Bari e Tobias Kurth, dell'Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale di Parigi, hanno dichiarato che la caffeina è il più probabile candidato per spiegare l’evento ictale. Il picco di concentrazione plasmatica di caffeina è generalmente inferiore a 2 ore, e la sostanza ha numerosi effetti sistemici, tra cui un rapido aumento del rilascio di epinefrina, un aumento della pressione sanguigna e della sensibilità all'insulina.