25-08-2016
La depressione è un problema molto diffuso e, dal momento che è legata al calo della funzionalità cerebrale, il modo migliore per affrontarla è migliorare la funzionalità di cervello e sistema nervoso. Ci sono alcune erbe che migliorano l'umore in maniera dolce e senza rischi.
IPERICO O ERBA DI SAN GIOVANNI
E' una delle erbe più efficaci per migliorare l'umore e viene impiegata da oltre 2000 anni per un gran numero di disturbi, dall'enuresi notturna alla cicatrizzazione delle ferite, la diarrea, il mal di stomaco e le ustioni, ma soprattutto per curare la depressione. In uno studio tipico a 105 pazienti affetti da depressione di entità lieve-moderata e di breve durata sono stati somministrati 300 mg di iperico tre volte al giorno oppure un placebo per quattro settimane; il 67% del gruppo iperico ha riscontrato un miglioramento dei sintomi (tristezza, senso di inutilità e di impotenza, insicurezza, spossatezza, cefalea e disturbi del sonno) senza effetti collaterali. Ventotto studi controllati condotti in Europa su un campione di circa 1500 depressi hanno dato risultati sistematicamente positivi nelle depressioni lievi e moderate. L'iperico probabilmente risulta inefficace nelle forme più gravi di depressione, comprese quelle con sintomi psicotici e dove il rischio di suicidio è elevato. L'estratto di iperico è stato confrontato con Maprotilina (un antidepressivo di sintesi) in 102 pazienti che soffrivano di depressione. Il punteggio secondo la Hamilton Depression Scale scese del 50% in entrambi i gruppi dopo quattro settimane. Mentre i pazienti curati con Maprotilina lamentavano effetti collaterali come stanchezza, secchezza delle fauci e problemi cardiaci, quelli trattati con l'iperico non ne riferirono alcuno.
Un altro studio randomizzato, multicentrico, in doppio cieco ha messo a confronto l'efficacia dell'estratto di iperico (300 mg tre volte al giorno) con l'antidepressivo Imipramina (25 mg tre volte al giorno): dopo sei settimane l'efficacia clinica era comparabile. Sembra che l'ipericina, il pigmento che conferisce ai fiori di questa pianta il caratteristico colore rosso, funga da inibitore della monoaminoossidasi (MAO), l'enzima responsabile della scomposizione di serotonina e norepinefrina. Probabilmente è proprio il blocco della scomposizione di questi neuropeptidi cerebrali a spiegarne l'efficacia come antidepressivo. Sebbene non sia potente quanto gli inibitori della monoaminoossidasi di sintesi, anche l'iperico richiede le stesse precauzioni. A dosaggi elevati, bisogna evitare i cibi ricchi di tiramina (per esempio i prodotti affumicati o sottaceto). Va inoltre evitata l'assunzione di iperico in concomitanza con triptofano, tirosina, rimedi contro il normale raffreddore e la febbre da fieno, amfetamine e narcotici, in quanto potrebbe provocare un brusco e pericoloso aumento della pressione.
GINKGO BILOBA
Aumentando l'afflusso di sangue al cervello, diminuendo gli effetti delle sostanze chimiche ossidanti sul cervello e migliorando la funzionalità mentale, il Ginkgo biloba è utile anche contro la depressione. Uno studio randomizzato in doppio cieco, controllato con placebo su 40 pazienti fra i 51 e i 78 anni ha valutato l'efficacia del ginkgo su soggetti affetti da disfunzioni cerebrali da lievi a moderate accompagnate da episodi depressivi che non avevano risposto a una terapia a base di antidepressivi triciclici (Anafranil). Nel corso dello studio i pazienti hanno continuato a prendere gli antidepressivi e dopo quattro settimane per quelli che avevano preso Ginkgo biloba il punteggio secondo la Hamilton Depression Scale è sceso da 14 a 7 e, dopo otto settimane, a 4,5. Nel gruppo placebo, invece, le variazioni sono state minime. Questo dimostra che farmaci e rimedi naturali insieme possono essere molto efficaci. I pazienti che hanno partecipato a questo studio hanno dimostrato anche un significativo miglioramento delle funzioni cognitive. Probabilmente gli antidepressivi non riuscivano a raggiungere concentrazioni abbastanza alte a livello cerebrale e il ginkgo, migliorando l'irrorazione sanguigna, ne ha facilitato l'azione. Oltre a essere utile nella cura della depressione negli individui con insufficienza cerebrovascolare e demenza senile precoce, il Ginkgo biloba ha effetti benefici anche sulle lesioni cerebrali. In uno studio comparativo in doppio cieco sono stati somministrati estratto di Ginkgo biloba (80 mg due volte al giorno) o un placebo a individui anziani affetti da demenza senile di origine aterosclerotica. Dopo sei settimane i pazienti trattati presentavano meno depressione, apatia, irritabilità, ostilità e stanchezza.