26-08-2016
Molti pensano che lo zucchero di canna sia meno pericoloso per l’organismo rispetto allo zucchero di barbabietola, ma in effetti non è così o, per lo meno, lo è solo in parte. Il problema vero dello zucchero classico, quello bianco che solitamente si utilizza per zuccherare un pò tutto, dal caffè al tè, dalla camomilla alla preparazione dei dolci, è legato al processo di raffinazione con il quale lo si rende fine e di un bianco quasi abbagliante. Durante tale processo, che vede un serie notevole di passaggi, in alcuni casi vengono utilizzati anche dei prodotti chimici, alcuni anche derivati dal petrolio e certamente cancerogeni, ed è appunto questo processo che rende lo zucchero poco consigliabile. Lo stesso discorso vale anche per lo zucchero di canna, quello che solitamente si trova nei banchi dei supermercati, perché si tratta per lo più di un prodotto raffinato.
In alcuni casi, per evidenziare ancor più il suo classico colore ambra, viene utilizzato un colorante, l’E150 che, come tutti gli additivi utilizzati negli alimenti, è meglio evitare. Discorso diverso se si acquista lo zucchero di canna integrale, il quale certamente non avrà le stesse caratteristiche di pericolosità di quelli raffinati, anche se poi dal punto di vista delle calorie, è praticamente identico allo zucchero bianco, dal momento che 100 grammi di zucchero di canna grezzo contengono 377 chilocalorie, solo 15 in meno rispetto allo zucchero bianco, quello ricavato dalle barbabietole. Lo zucchero di canna raffinato contiene molti nutrienti, quali vitamine e sali minerali, ma questo non vuol dire che sarebbe consigliabile assumerne più del consentito, visto che è pur sempre un saccarosio che, nell’organismo si scinde in fruttosio e glucosio, proprio come avviene per lo zucchero bianco.
Ha il vantaggio di non contenere glutine, e questo vale sia per lo zucchero di canna raffinato che per quello integrale, per cui può essere assunto senza problemi dai celiaci, così come sembra essere meno pericoloso per la salute dei denti per quanto riguarda l’insorgenza di carie. Di contro, per i soggetti diabetici, è da evitarsi al pari dello zucchero tradizionale in quanto il glucosio è il prodotto della scissione del saccarosio, e una volta assunto, viene assorbito dall’organismo, per cui valgono le stesse raccomandazioni dello zucchero tradizionale. Chi soffre di candidosi non dovrebbe assumere zucchero di canna in quanto la Candida albicans si nutre di saccarosio e trova quindi le condizioni migliori per proliferare in sua presenza.