COENZIMA Q10 E BIANCOSPINO: 2 RIMEDI EFFICACI PER RAFFORZARE IL CUORE.

29-08-2016

Chiaramente il modo migliore per proteggere e rafforzare il cuore è svolgere regolarmente attività fisica e mantenere liberi da ostruzioni i vasi sanguigni. Purtroppo con l’età spesso si sviluppano varie malattie cardiovascolari, che vanno dall’aterosclerosi all’insufficienza cardiaca. Per mantenere forte il cuore, o per rafforzarlo in caso di cardiopatia già in corso, si possono usare molte erbe e nutrienti. Senza dubbio, uno dei nutrienti migliori per rafforzare e rigenerare il muscolo cardiaco è il coenzima Q10.

COENZIMA Q10

L’impiego terapeutico del CoQ10 nella prevenzione e cura delle malattie cardiovascolari è ampiamente documentato da studi su animali e sull’uomo. Negli animali, quando si fa mancare il sangue al cuore o lo si espone sperimentalmente a virus e sostanze chimiche, l’integrazione di CoQ10 riduce la quantità di muscolo necrotico o infiammato. La ricerca dimostra che la carenza di CoQ10 è comune fra i cardiopatici. La biopsia del muscolo cardiaco di pazienti cardiopatici evidenzia una carenza di CoQ10 nel 50-75% dei casi. Essendo uno dei tessuti più attivi dal punto di vista metabolico, probabilmente il cuore è più suscettibile di altri agli effetti della carenza di CoQ10. Un problema particolarmente comune è l’angina pectoris, il dolore toracico conseguente a un afflusso di sangue insufficiente al cuore che rappresenta l’ultimo passo della progressione arteriosclerotica prima dell’infarto. Non aspettate il dolore anginoso per capire che il vostro cuore è in difficoltà: i dati purtroppo dimostrano che in oltre il 50% degli individui il primo segno di problemi gravi al cuore è l’infarto e nel 50% dei casi la morte è immediata. Per fortuna, il CoQ10 ci può aiutare. In uno studio cross-over in doppio cieco, controllato con placebo, su 12 soggetti affetti da angina pectoris stabile, l’integrazione con 150 mg di CoQ10 al giorno ha portato a una riduzione del 53% della frequenza degli attacchi. In un altro studio a 17 individui affetti da lieve insufficienza cardiaca congestizia son ostati somministrati 30 mg di CoQ10 al giorno. Tutti i pazienti sono migliorati e 9 (53%) sono addirittura diventati asintomatici dopo quattro settimane. In un altro studio a 20 pazienti con insufficienza cardiaca congestizia in seguito a cardiopatia ischemica o ipertensiva sono stati somministrati 30 mg al giorno di CoQ10. Dopo due mesi il 55% ha riferito un miglioramento soggettivo e il 30% una “notevole” riduzione della congestione. Il miglioramento soggettivo è stato confermato da diversi test oggettivi, che hanno evidenziato un aumento di gittata cardiaca, gittata sistolica, indice cardiaco e frazione di eiezione. Alcune ricerche indicano che il CoQ10 può essere utile nelle insufficienze cardiache gravi, dove può essere impiegato per ridurre il dosaggio di digitale e il relativo rischio di tossicità.
La forma più grave di degenerazione del muscolo cardiaco è la cardiomiopatia. Sebbene vi siano molte teorie in proposito (infezione virale, reazione autoimmune ecc.), la causa è sostanzialmente sconosciuta. Io ritengo che, nella maggior parte dei casi, la cardiomiopatia sia semplicemente il risultato di una vita di maltrattamenti del cuore (carenze nutrizionali croniche, scarso afflusso di sangue, eccessivo stress ormonale, attività aerobica insufficiente ecc.). Nel cuore e nei tessuti cardiaci dei pazienti affetti da cardiomiopatia grave si riscontra una notevole carenza di CoQ10; la sua somministrazione per via orale per 2-8 mesi fa aumentare del 20-80% i valori a livello miocardico e migliora sostanzialmente la funzione cardiaca. In uno studio in doppio cieco la somministrazione di 100 mg di CoQ10 al giorno per 12 settimane ha provocato un significativo aumento del volume di sangue pompato dal cuore, attenuato la dispnea e rafforzato il muscolo. I miglioramenti si sono mantenuti per tutto il periodo della terapia (in questo studio tre anni), tuttavia la funzione cardiaca si è deteriorata nuovamente non appena la terapia è stata interrotta. Degli 80 pazienti trattati, l’89% è migliorato durante la cura di CoQ10. Un altro problema cardiaco che migliora con il CoQ10 è il prolasso della valvola mitrale, che colpisce i bambini e circa il 10% delle donne. Se in molti soggetti non dà sintomi, alcuni soffrono di palpitazioni e, nei casi più gravi, di insufficienza cardiaca. In uno studio in doppio cieco controllato con placebo su un certo numero di bambini affetti da prolasso della mitrale, una terapia a base di 2 mg di CoQ10 per chilogrammo di peso corporeo per otto settimane ha portato al miglioramento di sette bambini su otto, mentre non c’è stato alcun miglioramento nel gruppo placebo. Le ricadute sono state frequenti nei pazienti che hanno interrotto la terapia entro 12-17 mesi, ma molto più rare in coloro che l’hanno continuata per 18 mesi o più. Sembra che questo utile nutriente sia in grado di stimolare la rigenerazione dei tessuti la cui debolezza permette alla valvola mitrale di prolassare. Infine il CoQ10 è estremamente valido nella cura dell’ipertensione. Negli animali l’induzione sperimentale dell’ipertensione porta a una carenza di CoQ10, che può essere corretta attraverso l’integrazione. Nell’uomo, il CoQ10 è carente nel 39% degli ipertesi, rispetto al 6% dei normotesi. La somministrazione di 60 mg di CoQ10 per otto settimane porta a una riduzione significativa della pressione e nel 54% dei pazienti a un calo di oltre il 10% della pressione media. Questo benefico effetto sulla pressione si riscontra soltanto dopo almeno 4, e in alcuni casi 12, settimane di terapia. Sebbene il meccanismo mediante il quale il CoQ10 abbassa la pressione non sia ancora chiaro, le ricerche sugli animali indicano che provoca un calo della secrezione di ormoni e sostanze chimiche biologiche che provocano ritenzione dei liquidi e aumento della pressione sanguigna.

BIANCOSPINO

Una delle erbe migliori per rafforzare il cuore è il biancospino. Tradizionalmente si usano le bacche, ma ricerche recenti hanno dimostrato che sono utili anche altre parti della pianta. Un gran numero di studi clinici ha dimostrato l’efficacia per il cuore delle procianidine e di altri flavonoidi (un gruppo di pigmenti vegetali che proteggono dai radicali liberi) presenti nel biancospino. Questa pianta migliora l’afflusso sanguigno al cuore e al sistema vascolare periferico, aumenta leggermente la forza di contrazione del muscolo cardiaco e la tolleranza a livelli bassi di ossigeno, oltre alla resistenza fisica in generale. La capacità del biancospino di rafforzare il cuore porta a notevoli miglioramenti clinici nell’insufficienza cardiaca congestizia, un problema comune legato all’età. Per esempio, 600 mg al giorno di estratto di biancospino determinano un sensibile miglioramento, soprattutto nelle fasi precoci dell’insufficienza. I sintomi (per esempio l’affanno in posizione supina) migliorano, i pazienti riescono a pedalare più a lungo e i valori pressori si normalizzano. In un altro studio, a 132 pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia più avanzata sono stati somministrati 900 mg di estratto di biancospino. Dopo otto settimane, i sintomi sono diminuiti del 50% e la resistenza in bicicletta è aumentata.

 

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