30-08-2016
Indipendentemente dai punti di vista delle varie fazioni che si formano ogni volta che sugli organi di informazione appaiono notizie riguardanti la bioetica della riproduzione, cercherò di avere un approccio essenzialmente scientifico a questo problema. Ognuno può decidere se attribuire il significato di persona o di un ammasso di cellule agli embrioni, io dirò solo che sono embrioni, cioè un progetto di vita umana in grado di svilupparsi e trasformarsi in un uomo o arrestarsi a un certo stadio, secondo le leggi naturali che tengono conto dell'esperienza dei milioni di anni che ha la vita e dei miliardi di anni che ha la natura. L'uomo, che si è dimenticato di non sapere, crede di poter decidere con la sua limitata intelligenza e con sofisticatissimi calcolatori derivati sempre dalla sua limitata intelligenza, le necessità della natura. L'uomo pensa che debba essere lui a modificare le leggi dello sviluppo della vita e della genetica. La procreazione è una funzione della vita dell'uomo e dell'animale, ma non c'è un diritto naturale di ogni individuo a procreare. Semmai c'è il diritto dell'uomo a nascere in modo naturale. Non credo che i genitori si possano arrogare il diritto di far nascere un figlio al di fuori degli schemi della natura prendendo una decisione che non sarebbe di loro pertinenza. Oltretutto non ci sono necessità demografiche da giustificare eccezioni al corso naturale delle cose, semmai c'è l'egoismo di individui che considerano la missione di genitori come un atto di proprietà e non come una delega a formare nel miglior modo possibile un cittadino del mondo.
I figli non mancano, tanto è vero che si ricorre all'aborto e alla limitazione delle nascite. Nel mondo c'è un numero illimitato di figli che hanno bisogno di genitori, perchè andarlo a creare in provetta per volerlo più nostro, più sano, più bello, più forte, esente da malattie ereditarie, biondo e con gli occhi celesti...e poi cercare sempre di più fino a creare un mostro...bellissimo, fortissimo, ma sempre un mostro. Come un tempo andavano avanti le lobby del nucleare ed ora quelle delle colture transgeniche, anche le lobby sanitarie della fecondazione vanno avanti e non le può fermare nessuno; scelgono un embrione tra tanti da scartare come in un mazzo di carte, creano individui per fornire pezzi di ricambio "come comprare una macchina, per la quale si decide che tipo di optional montare" e creano un ricchissimo mercato dove le famiglie "si precipitano a chiederci embrioni privi della predisposizione all'omosessualità o per bambini che vogliono crescere oltre il metro e ottanta". Non pensate che le parole tra virgolette siano mie invenzioni, sono invece frasi pronunciate dal direttore del Centro di Bioetica dell'Università del Minnesota.