RISPOSTA DI UN MEDICO SU YAHOO ANSWER A UNA DOMANDA SULLA CHEMIOTERAPIA.

31-08-2016

Da quel che vedo nelle risposte, non solo a questa domanda, non è ancora chiaro alla gente comune quali sono i limiti e quali i benefici della chemioterapia antiblastica citostatica. Cercherò di portare un pò di chiarezza sulla base della mia ormai più che ventennale esperienza di medico pratico "in trincea" (e sono pronto a documentare tutto ciò che asserisco!). E preciso: medico di medicina "ufficiale", non "complementare" (tipo omeopatia e similari). La chemioterapia è certamente utile e spesso risolutiva in un limitatissimo numero di tumori già ben noti (linfoma di Hodgkin, leucemia linfoblastica acuta del bambino, tumore del testicolo, leucemia mieloide e linfatica cronica dell'adulto, e pochissimo altro). In qualche altro caso, pur non risolvendo il problema, può però ridurre la massa tumorale, allungare la vita del paziente e talora permettere alla chirurgia di poter asportare la massa neoplastica così cito-ridotta (valgano per tutti, come esempio, i carcinomi della faringe e dell'istmo delle fauci). Ma nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di un'autentica "bufala", che non serve assolutamente a nulla, devasta il paziente e talora lo fà anche morire prima. Io non ho mai visto un solo caso (e sfido i colleghi a portarmene anche uno solo!) di tumore (ad esempio del polmone, del pancreas, del fegato, della mammella o del cervello), che sia guarito per merito delle chemioterapie. In quei casi, si guarisce solo ed esclusivamente se la chirurgia e la radioterapia riescono ad estirpare completamente il male; e siccome a tutti indistintamente viene successivamente proposta la chemioterapia, ecco che quando il paziente guarisce gli oncologi si arrogano meriti che assolutamente non hanno!
Quante donne ho visto che, affette dal tumore al seno, sono state salvate dalla chirurgia (all'istologico: tumore completamente asportato; nessuna invasione vascolare; nessun linfonodo interessato) ed eventualmente dalle successive radioterapia ed ormonoterapia; queste vengono di solito indotte ad effettuare un'inutilissima e devastante chemioterapia, che, oltre a distruggerle fisicamente e psichicamente, è essa stessa oncogena, leucemogena e gravata da una certa mortalità (diretta od indiretta) a breve, media e lunga distanza. E quando poi la donna guarisce, chi credete che si prenda il merito della sua guarigione? Il chirurgo? Noooo...l’inutilissimo (almeno per ora ed in questi casi) oncologo! E quanti di voi sanno che il trapianto di midollo osseo, presentato come la panacea per molte malattie ematologiche, ha una mortalità reale fra l'85 ed il 90% (dopo aver fatto passare a quel povero disgraziato/a l'inferno in terra)? E' chiaro che gli oncologi, per indurre i pazienti a sottoporsi a tali trattamenti, devono indorargli la pillola (minimizzando gli effetti collaterali e magnificandone le aspettative): alla facciaccia del cosiddetto "consenso informato", che è così preteso e circostanziato in chirurgia e così disatteso in onco-ematologia. Ma perchè gli oncologi fanno tutto ciò? Prima di tutto perchè altrimenti non lavorerebbero (cos'altro sanno fare?), sia come strutturati in ospedale, sia poi in libera professione; poi, perchè così hanno a completa disposizione cavie umane disposte a tutto per le loro sperimentazioni; infine: ma avete idea di che giro di soldi c'è dietro ai farmaci chemioterapici? E devo confidarti che gli oncologi che ho finora conosciuto (salvo rare eccezioni) sono meno "umani" degli anatomo-patologi e dei medici legali (quelli che fanno le autopsie): nemmeno questo hanno (provi infatti il paziente a contraddirli). Si, non lo nego, ce l'ho proprio tanto con gli oncologi e con gli ematologi in genere. Ma perchè? Perchè le infamie che gli ho visto commettere in più di 20 anni di (mia) intensa carriera, mi fanno vergognare profondamente di indossare lo stesso camice bianco! Ed ho anche visto che si fanno usualmente le statistiche "ad hoc" (è molto facile, basta manipolare qualche parametro od inserire solo ciò che fà comodo). Che schifo! Un solo consiglio: se mai ti capitasse di aver a che fare con onco-ematologi, fatti sempre e solo mettere per iscritto quel che ti dicono in maniera chiara e semplice, pretendendo che non scrivano numeri e dati ma solo fonti. Solo il cosiddetto "razionale" del loro consiglio medico. Non starli neppure a sentire se non vogliono esprimersi per iscritto o se cominciano a tirare fuori numeri e statistiche (che non capiresti e che, oltretutto, sono facilmente manipolabili). Questa è la mia esperienza pratica quotidiana pluriventennale.

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