POMODORO E CANCRO: E PENSARE CHE ALL'INIZIO VENIVA CONSIDERATO UN VELENO.

01-09-2016

Sembra impossibile, ma quando arrivò in Europa, nel XVI secolo, il pomodoro venne giudicato tossico dagli "esperti" del tempo e per diversi anni fu usato solo come pianta ornamentale. Fino a che a qualcuno venne in mente di assaggiarlo: non solo non era velenoso, ma era anche buono! Fu l'inizio di un successo che dura ancora oggi, al punto che il pomodoro è diventato un pilastro insostituibile della nostra cucina. Tanto gradimento è dovuto, prima di tutto, al suo gusto fresco e alla capacità di colorare i piatti e legare bene i sughi, ma gli esperti d'oggi hanno scoperto anche una serie di virtù nutritive che rendono il pomodoro ancora più saporito. Quello che ha portato il pomodoro alla ribalta degli alimenti salutisti è il suo contenuto di licopene, una particolare sostanza che, oltre a dare il tipico colore rosso, vanta fortissime proprietà antiossidanti e protettive nei confronti dei radicali liberi. E proprio la potenza antiossidante del licopene sembra alla base delle sue capacità antitumorali: nella scuola di medicina di Harvard, dopo sei anni di studi condotti su 47.000 uomini in ottimo stato di salute, è stato scoperto che il consumo di pomodori, per almeno due volte a settimana, riduce del 21-34% il rischio di cancro alla prostata. All'Università dell'Illinois (USA), invece, sono state svolte ricerche scientifiche su donne con un diverso contenuto di licopene nell'organismo, ed è stato scoperto che livelli elevati riducono di cinque volte il rischio di cancro alle ovaie. Inoltre, nel pomodoro è stata evidenziata la presenza di due acidi (p-cumarico e clorogenico) che sarebbero in grado di prevenire la formazione nell'organismo delle nitrosamine, sostanze potenzialmente cancerogene a livello dell'apparato digerente.

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