15-09-2016
Il ginseng è una pianta presente da millenni nella medicina e nella farmacopea orientale. La radice, usata a scopo farmacologico, presenta una curiosa forma di drago o di uomo e anche questa “segnatura magica” ha segnalato, nelle tradizioni mediche cinesi, la presenza di importanti principi attivi dai molteplici effetti. Questi principi attivi portano il nome di “ginsenosidi” (saponine a nucleo steroideo), che sono in grado di esplicare un ampio raggio di effetti terapeutici, alcuni solo di recente riconosciuti scientificamente. Il più noto è quello adattogeno, e di resistenza agli stress fisici e ambientali: è stato osservato che il ginseng riduce il consumo di ossigeno e la produzione di acido lattico, migliorando al contempo l’efficienza della muscolatura polmonare. Ugualmente è stato osservato che gli estratti di ginseng migliorano le prestazioni psicomotorie e le facoltà cognitive, aumentando il periodo di attenzione (azione nootropa). Al contempo i suoi fitoestrogeni posso aumentare le prestazioni sessuali. Una serie di nuove ricerche compiute a partire dalla fine degli anni ’90, soprattutto da biochimici coreani e giapponesi, ha evidenziato nuovi campi d’azione di questa preziosa radice, il più importante dei quali è quello antitumorale. Uno dei suoi principi attivi, il ginsenoside M1, inibisce la diffusione delle metastasi sia in vitro che in vivo. Soprattutto questo composto esercita un’efficace inibizione della crescita tumorale, interferendo con il metabolismo energetico delle cellule neoplastiche, e riducendo la capacità delle cellule tumorali di utilizzare il glucosio. Questa azione è stata sperimentata su diverse linee tumorali: adenocarcinoma polmonare e gastrico, sul tumore al fegato e sulla leucemia mieloide.
Un dato significativo è che si è mostrato efficace anche in cellule resistenti al più potente chemioterapico oggi in uso, il cis-platino. Da studi statistici, sembra che questo componente possa esercitare anche una funzione preventiva rispetto all’insorgere dei tumori. Un altro effetto, non secondario, riguarda il recupero funzionale delle sinapsi danneggiate dalle alterazioni della amiloide (Morbo di Alzheimer), sempre grazie al composto M1. Pure significativa è la capacità di ridurre la glicemia; inoltre è appurato che diminuisce significativamente i livelli di emoglobina glicosilata, che è la principale responsabile delle complicanze vascolari del diabete. Inoltre, a contatto con la flora batterica intestinale, viene prodotto un potente agente antiallergico, detto composto-K, attivo soprattutto sulle allergie cutanee. Tra le varianti di ginseng vi è l’eleuterococco (o ginseng siberiano), maggiormente impiegato nel recupero da debilitazioni fisiche e per riattivare il sistema immunitario.