COME GUARIRE CON LA MENTE.

Benchè gran parte delle ricerche su mente/corpo finora abbiano riguardato i meccanismi che portano alla malattia, gli scienziati stanno incominciando a studiare le alterazioni dei neurotrasmettitori che si verificano in concomitanza con i penseri positivi (amore, compassione, pace, coraggio, impegno, fede, speranza). Così come i pensieri di collera e di ostilità provocano cambiamenti fisiologici, anche quelli positivi determinano cambiamenti generando neurotrasmettitori e ormoni di diversa composizione. I pensieri negativi inibiscono il sistema immunitario, mentre quelli positivi lo stimolano. L'ostilità e la collera nuocciono all'apparato cardiovascolare, mentre gli atteggiamenti amorevoli e pacifici lo rinforzano. Quando lo psicologo David McClelland ha fatto vedere a un gruppo di studenti di Harvard un film di Madre Teresa di Calcutta, il livello di IgA (un anticorpo che fa parte delle difese contro il raffreddore e le infezioni delle alte vie respiratorie) nella saliva degli spettatori è aumentato. Persino quelli che ironizzavano su Madre Teresa e sostenevano che era tutta una montatura hanno avuto un miglioramento della funzionalità immunitaria. Viceversa, assistendo alla proiezione di un film su Attila, re degli Unni, il livello anticorpale degli studenti scendeva. Questi dati confermano la teoria di McClelland, secondo la quale si reagisce all'amore e alla compassione a un livello profondo, inconscio, anche quando i pensieri consci sono neutri o negativi. McClelland ha notato inoltre che gli individui che riportano punteggi elevati nei test sulla capacità di entrare in intimità di solito hanno anche livelli più alti di IgA. In uno studio prospettico quinquennale detto "Israel Ischemic Heart Disease Study", alcuni ricercatori dell'Università di Tel Aviv hanno seguito quasi 10.000 uomini ad alto rischio di cardiopatia, giungendo al sorprendente risultato che il fattore predittivo di angina pectoris più affidabile non era nè l'ipertensione, nè l'ipercolesterolemia, bensì il fatto che i pazienti si sentissero amati e sostenuti dalla moglie. Il rischio cardiaco era dimezzato in quelli che avevano un matrimonio felice. A Roseto, Pennsylvania, una comunità a maggioranza italo-americana, l'incidenza di malattie cardiache era molto più bassa che nel resto degli Stati Uniti, nonostante la dieta ricca di grassi. Tra le giovani generazioni, tuttavia, che si sono trasferite altrove allentando i legami famigliari e sociali, la frequenza delle cardiopatie si è rapidamente allineata alla media Nazionale.
Le statistiche di uno studio nel quale per nove anni sono state seguite migliaia di persone della contea di Alameda in California suggeriscono che il fatto di avere il sostegno di una famiglia affettuosa alle spalle e il senso di appartenenza alla comunità influiscono favorevolmente sulla salute e sulla longevità. Tra i residenti della contea di Alameda, che avevano rapporti sociali di vario tipo - matrimonio, contatti con parenti, appartenenza a gruppi religiosi o di altro genere - la mortalità è risultata molto più bassa. Gli uomini di mezza età con reddito basso ma molto supporto sociale vivevano più a lungo dei ricchi socialmente isolati. Il rischio di morire di cancro era significativamente più alto della media per le donne sole. Sembra che quando i contatti sociali aumentano o la solitudine diminuisce, il sistema immunitario si rafforzi. In un gruppo di 30 anziani in casa di riposo, l'immunocompetenza è risultata aumentata, sia come numero di cellule natural killer che di anticorpi, dopo che per un mese avevano ricevuto visite tre volte alla settimana. Studiando 38 donne sposate, i ricercatori dell'Ohio State University College of Medicine hanno osservato una correlazione significativa tra matrimonio felice e buona funzionalità immunitaria, tenendo conto della percentuale di cellule T helper e della proporzione tra linfociti helper e suppressor. L'amore e la compagnia che fanno bene alla salute possono venire dagli animali domestici oltre che dalle persone. La percentuale di sopravvivenza dei post-infartuati è più alta tra quelli che hanno un animale domestico. I pazienti ricoverati (anche per malattia mentale) che hanno animali domestici, tendono a guarire più in fretta e ad essere dimessi prima. In caso di ipertensione la presenza di un animale domestico abbassa significativamente i valori pressori.

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