CONSIGLI NATUROPATICI PER COMBATTERE LA SINDROME DA STANCHEZZA CRONICA.

17-09-2016

Molte persone sono sempre stanche, ma poche soffrono di vera e propria sindrome da stanchezza cronica. In un sondaggio tra 4.000 persone scelte a caso tra i membri di un'organizzazione sanitaria del nord ovest degli Stati Uniti, il 19% del 77% che ha risposto al questionario ha dichiarato di soffrire di stanchezza cronica. Di questi, il 66% presentava una patologia medica o psichiatrica tale da giustificare la stanchezza, ma tra i rimanenti 74 intervistati, solo 3 corrispondevano ai rigorosi criteri stabiliti dai Centers for Disease Control (CDC) per definire la sindrome da stanchezza cronica. Eppure, per chi ne soffre, si tratta di una malattia molto fastidiosa. La sindrome da stanchezza cronica non è ancora stata del tutto spiegata. Di certo sappiamo soltanto che è il risultato finale di un'infezione virale a carico dei mitocondri, del cervello e del sistema endocrino. Non esistono cure risolutive, ma varie terapie naturali possono essere di grande beneficio. Migliorare la funzionalità del fegato, dell'apparato gastrointestinale e dei mitocondri è importantissimo soprattutto per coloro che presentano la sindrome in forma lieve o moderata. Le prove funzionali hanno dimostrato che la detossificazione di fase I e II è notevolmente ridotta e la permeabilità intestinale anormalmente alta. Jeffrey Bland, un illustre ricercatore nel settore della medicina preventiva e nutrizionale, ha pubblicato recentemente un articolo molto importante su un protocollo di trattamento globale che è risultato molto efficace in 106 pazienti affetti da sindrome da stanchezza cronica, fibromialgia e sindrome dell'intestino irritabile. Dalla ricerca, cui hanno collaborato vari centri di tutti gli Stati Uniti, è emerso che questi pazienti presentavano anomalie sia delle vie di detossificazione epatica sia della permeabilità intestinale. Il protocollo terapeutico consisteva nell'evitare gli allergeni alimentari, stimolare la riparazione della parete intestinale e rafforzare le vie di detossificazione epatica mediante opportuni nutrienti. Oltre a un netto miglioramento dei sintomi (riduzione del 52% dopo 10 settimane), si è osservato un miglioramento anche dei risultati delle analisi. La sindrome da stanchezza cronica è difficile da trattare e richiede l'intervento di un esperto in nutrizione e medicina ambientale. Il protocollo di base mira a fermare i danni, guarire l'intestino e il fegato, ripristinare il corretto metabolismo a livello dei mitocondri e rigenerare le surrenali. Il primo passo consiste nell'identificare ed evitare scrupolosamente tutte le tossine e gli allergeni alimentari e ristabilire una flora batterica sana nell'intestino. La detossificazione epatica avviene mediante l'assunzione di NAC (N-acetil L-cisteina) e glutatione; per l'intestino oltre a fermenti lattici si consiglia l'assunzione di frutto-oligo-saccaridi (FOS) e glutammina; per il ripristino della funzione mitocondriale vitamine del gruppo B e magnesio. Questi effetti benefici a livello epatico e intestinale possono essere intensificati mangiando verdure della famiglia delle Crucifere almeno 1 volta al giorno e prendendo cardo mariano (120 mg di estratto standardizzato 3 volte al giorno). La fase finale consiste nel rigenerare le ghiandole surrenali, che di solito nella sindrome da stanchezza cronica funzionano male. In questo caso è consigliabile assumere acido pantotenico (vitamina B5) e vitamina C. Si può prendere inoltre ginseng siberiano (eleuterococco) in capsule o come estratto fluido. La forte correlazione tra la sindrome da stanchezza cronica, la fibromialgia e la multisensibilità a sostanze chimiche induce a pensare che tutte queste patologie possano rispondere positivamente a un approccio comprendente disintossicazione epatica, controllo delle allergie alimentari e dieta volta a normalizzare l'intestino.

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